“Chi la fa l’aspetti” recita un famoso proverbio che mai come in questo caso trova la sua applicazione. Ci riferiamo alla causa legale intentata da Oracle nei confronti di Google, legata al presunto utilizzo senza licenza di alcune API Java all’interno del codice di Android.

Nell’attesa del ricorso preannunciato da Oracle, Google ha deciso di tutelare i propri interessi in relazione alla divulgazione di documenti riservati avvenuta nello scorso mese di gennaio, quando l’avvocato Annette Hurst ha reso pubblici i dati di alcuni accordi privati tra Google e Apple.

Nel tentativo di dimostrare l’ammontare dei guadagni di Google, per poi chiedere un adeguato risarcimento, Oracle aveva pubblicato una scrittura privata tra Google e Apple secondi cui il colosso di Cupertino avrebbe ricevuto un miliardo di dollari per portare la barra di ricerca di Google sugli iPhone.

Google si era immediatamente rivolta al giudice per far secretare i documenti ma il procedimento è stato sospeso e al colosso di Mountain View è stata concessa la facoltà di presentare una richiesta danni a fine processo. Forte della vittoria ottenuta, Google non ha atteso molto per presentare la mozione al giudice ma ci vorrà qualche mese prima che venga emessa una sentenza.

Nel frattempo Google ha chiesto ad Oracle un rimborso di quasi 4 milioni di dollari per alcune spese sostenute nel corso del dibattimento anche se si tratta solo di una piccola frazione di quanto speso e che non potrà essere risarcito. Oracle potrà comunque fornire al giudice le proprie memorie difensive prima del giudizio finale.

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