Nello scorso mese di Maggio, nel corso dell’edizione 2015 di Google I/O, il colosso di Mountain View ha presentato Brillo, un sistema operativo derivato da Android e pensato espressamente per l’Internet delle Cose, in particolare per dispositivi economici e con poca memoria interna.

A distanza di cinque mesi dall’annuncio di Brillo Google ha aperto un sito dedicato agli sviluppatori anche se per accedervi è necessario richiedere ed ottenere un invito. Il nuovo sistema operativo supporta varie architetture, come ARM, MIPS e Intel 86, abbracciando quindi una vasta gamma di dispositivi. Google ha preparato una serie di schede madri di sviluppo da utilizzare per i test preliminari.

Google ha garantito che verranno rilasciati aggiornamento con cadenze regolari, uno ogni sei settimane, con nuove release ogni sei mesi. Per la comunicazione tra i vari dispositivi IoT (Internet delle cose) e altri dispositivi mobili, verrà utilizzato il protocollo Weave, mentre il kit di sviluppo di Google Brillo è basato su Ubuntu 14.04 e alcuni strumenti di sviluppo Android, tra cui adb.

A breve potremo quindi vedere sul mercato una nuova ondata di dispositivi intelligenti controllabili da PC o smartphone, come lampadine, telecamere di sicurezza, stazioni meteorologiche o serrature delle porte di casa. Vedremo quindi presto all’opera Google Brillo, di cui per ora conosciamo solo gli aspetti teorici.

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