Google Maps non ha subito radicali cambiamenti negli ultimi otto anni, ovvero dal lancio. Durante il Google I/O di quest’anno, però, la compagnia di Mountain View ha presentato un Maps del tutto nuovo, ridisegnato e ri-pensato da zero. Il risultato è un prodotto molto diverso da quello che abbiamo avuto modo di conoscere, con tantissime funzionalità in più e molta più omogeneità ed integrazione con gli altri servizi.

I cambiamenti sono per ora limitati alla versione per desktop accessibile da Web del servizio, ma potrebbero presto raggiungere anche le applicazioni per Android ed iOS. Il primo cambiamento, che è anche quello più evidente, è che ora le mappe sono a tutto schermo e non sono limitate da elementi dell’interfaccia come barre di ricerca, bordi o barre. L’unico elemento che è presente è una solitaria barra di ricerca nell’angolo in alto a sinistra, che consente di accedere alle varie funzionalità come siamo soliti vedere.

I cambiamenti sono drastici e possono apparire in un primo momento eccessivi. Google Maps in realtà si è semplificato e migliorato e ora appare quasi più come una applicazione a sé stante che come un servizio accessibile dal browser.

Le mappe “a mattonelle” cui siamo abituati sono state sostituite da mappe vettoriali di migliore qualità e con tempi di caricamento più rapidi. Questo cambiamento ha permesso di eliminare i colori accesi che hanno caratterizzato Maps finora e di scambiare il giallo delle strade con il bianco od il grigio, nonchè di inserire dettagli come sfumature di verde per indicare le montagne e diverse gradazioni di blu sul mare per rappresentare in tempo reale le zone di luce sulla Terra. Quando si cerca un locale le strade maggiormente usate per raggiungere tale locale vengono evidenziate in bianco, mentre invece le altre diventano grigie e perdono di importanza.

All’interno del servizio ora troviamo un’integrazione perfetta con Google Earth, Street View, indicazioni stradali e recensioni da Zagat e Google+ dei locali (e non solo). Passando alla modalità “da satellite” si ha la stessa visualizzazione di quando si usa Google Earth con, in più, la possibilità di vedere le immagini in 3D degli edifici delle città (disponibile solo per alcune città); diminuendo lo zoom si può arrivare a vedere la Terra così come è vista dallo spazio.

L’interfaccia è ora simile a quella di Google Now, con la stessa metafora delle schede. Mentre si digita la ricerca nella barra apposita compaiono, come sempre, i suggerimenti che cercano di prevedere ciò che vogliamo, ma una volta che abbiamo trovato ciò che desideriamo i risultati vengono presentati con delle schede simili a quelle di Google Now. Con lo stesso stile vengono presentate le informazioni sui locali che abbiamo ricercato, per cui tutte le informazioni sul ristorante “Da Pippo e Orazio” a Topolinia ci verranno mostrate in un’unica scheda.

Proprio l’interazione con il territorio e con locali, bar, ristoranti, trattorie e così via è uno dei punti su cui Google si è concentrata di più. Bisogna cominciare con il dire che le mappe ora mettono automaticamente in risalto gli indirizzi di casa e lavoro e dei luoghi maggiormente frequentati. Anche i locali che potrebbero risultare interessanti vengono evidenziati automaticamente, basandosi sullo storico delle ricerche e sui locali cui gli amici hanno dato buone recensioni. Più si interagisce con Maps e maggiormente dettagliati e azzeccati saranno i suggerimenti.

Quando si cerca un locale vengono evidenziati non solo le strade per raggiungerlo, ma anche i locali intorno che potrebbero risultare interessanti: per questo motivo viene suggerito il “Bar Gambadilegno” se avete cercato “Da Pippo e Orazio”, così come vengono abbinati pub e bar che potrebbero risultare interessanti dopo esser stati in un ristorante. I risultati e la loro classifica sono ottenuti combinando le ricerche con le recensioni di Zagat e degli amici.

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Alcuni elementi sono stati inseriti volutamente senza spiegazioni: ad esempio, alcune delle icone circolari che identificano i luoghi hanno un alone giallo dietro ai vari colori, ma non c’è alcuna legenda che spieghi cosa questo significhi. Jonah Jones, capo del design di Maps, ha affermato che “la nostra idea con le icone è praticamente che non dovresti notare niente di tutto ciò ad una prima occhiata. Penso che vada bene se le persone non lo notano, ma se le persone ci fanno caso, allora diventano esperte e questo era l’intento generale che stavamo perseguendo – non sovraccaricare di informazioni le persone”.

L’ulteriore aspetto negativo della nuova versione di Maps è che non è pensata per PC più vecchi di qualche anno. Secondo Jones, “se stai usando un MacBook Air, farà volare le ventole”. L’impatto sulle prestazioni sarà quindi notevole, anche se già il Maps odierno non è notoriamente leggerissimo. L’aspetto positivo è che ora viene sfruttato appieno WebGL, che consente di sfruttare meglio l’hardware e di comportarsi quasi più come un’applicazione nativa grazie all’interazione diretta con l’hardware.

È possibile provare il nuovo Maps registrandosi all’indirizzo maps.google.com/preview.

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