Gli smartphone sono cancerogeni? Quanto fanno male alla salute? Le onde elettromagnetiche ci porteranno tutti a una fine tremenda? Sono solo tre tra le domande più comuni che ancora oggi interessano milioni e milioni di persone in tutto il mondo, ma che purtroppo sono inficiate da luoghi comuni e disinformazione.

Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza sull’eventuale natura dannosa dei cellulari e su come limitare al minimo la possibilità di subire fastidi più o meno ingenti al nostro organismo, soprattutto se trascorriamo ogni giorno diverse ore con il nostro gadget tascabile.

Le onde elettromagnetiche sono cancerogene?

Da sempre il nuovo spaventa e genera mostri; la tecnologia non è immune da questo procedimento, anzi è stata una delle innovazioni più tartassate da paure spesso ingiustificate. Il luogo comune più ripetuto è quello che va a associare l’uso degli smartphone e la vera e propria esplosione della connessione e connettività senza fili con un maggiore rischio di incorrere in tumori.

Siamo costantemente immersi all’interno di onde elettromagnetiche che ci friggono il cervello”, dicono gli anziani e i paranoici. Ma se così fosse perché il mondo va ancora avanti? “Fra qualche anno saremo tutti malati, storpi e con parti del corpo in più o meno”, rispondono i complottisti.

Premesso che chi è convinto di una teoria può negare anche l’innegabile, ci rifacciamo a quanto affermato dall’OMG ossia l’Organizzazione Mondiale della Sanità, che – fino a questo momento – non ha mai trovato riscontri di dannosità. Inoltre, anche se la comunità scientifica internazionale non si è ancora esposta in merito alla pericolosità delle onde elettromagnetiche non esistono prove inconfutabili che ne determinano la natura maligna.

A tutt’oggi non si sono evidenziati rischi sanitari connessi con l’utilizzo di onde radio all’interno dei livelli consentiti dalle normative. Lo IARC ha cautelativamente classificato l’esposizione ad onde radio per gli utilizzatori di cellulari come “possibile cancerogeno”, ma i ripetitori per telefonia non rientrano in questa classificazione, dunque non è necessario allarmarsi troppo.

Il 5G ci ucciderà tutti?

I network attuali non presentano alcun danno riscontrabile. Le frequenze del 2G sono tra 900 e 1.800 MHz, il 3G tra 1.900 e 2.170 MHz e LTE/4G tra 800 e 2600 MHz e nessuna causa radiazioni nocive dato che non vengono emesse onde elettromagnetiche ionizzanti, ma si genera al massimo riscaldamento. Inoltre, tutti i dispositivi a radiofrequenza acquistabili sul mercato rispettano livelli di esposizione massimi di 8 Watt/kg per il corpo e 2 Watt/kg per parti del corpo come la testa.

Molti accusatori puntano il dito sulle reti di nuova generazione ossia all’imminente 5G che potrebbe darci il colpo di grazia. Ma anche se le frequenze operative saranno molto più elevate rispetto agli altri network – visto che giungeranno fino a decine di GHz in più – e anche se la portata delle nuove reti sarà minore, con una maggiore capillarità delle antenne e una maggiore vicinanza con la popolazione, non ci sono rischi confermati.

Il frequenze usate dal 5G hanno meno capacità di penetrare all’interno di barriere come muri o ostacoli e di conseguenza anche all’interno dell’organismo umano. Tutte le altre tesi complottiste sono fervide fantasie, come quella che associa le frequenze del 5G ad alcune armi (l’intensità è molto inferiore) o all’assurda tesi della risonanza delle molecole d’acqua che ci cuocerà come in un microonde.

Per approfondire, qui l’articolo dedicato: il 5G è pericoloso per la salute?.

Il pericolo del SAR

Molte persone evitano marche di smartphone perché presentano valori SAR troppo alti. Che cosa significa SAR? Acronimo di “Specific absorption rate” ovverosia “tasso di assorbimento specifico”, indica la misura della percentuale di energia elettromagnetica assorbita dal corpo umano quando viene esposto a un campo elettromagnetico a radiofrequenza dunque con smartphone, computer, router e via dicendo.

Descrive l’energia assorbita dal nostro corpo e dai nostri tessuti generando calore che la dissipa. Nei test, si opera sempre nella peggiore situazione possibile con simulazioni che non possono essere prese come situazioni realistiche perché ben lontani da quanto viviamo durante la vita quotidiana visto.

Oltre a questo, la sensibilità dipende dall’individuo e l’effettiva emissione può cambiare a seconda della banda alla quale lo smartphone opera e in quale condizione si stia utilizzando. Insomma, sono valori indicativi e non incontrovertibili. In generale, concludendo, ogni smartphone che si trova sul mercato è sotto i valori massimi e dunque non rappresenta un pericolo per la salute.

Come tutelare la salute dalle onde elettromagnetiche

Ci sono alcune dritte da seguire, per diminuire ogni possibile rischio come ad esempio utilizzare vivavoce o auricolare (meglio se con filo) allontanando lo smartphone dal nostro capo e diminuendo drasticamente l’effetto nocivo. In alternativa, non usare sempre lo stesso orecchio, ma cambiare da destra a sinistra in modo regolare.

Evitare categoricamente di dormire con lo smartphone acceso sul comodino a breve distanza dalla testa (magari utilizzandolo in piena notte o prima di dormire) né di tenerlo sempre a contatto con il nostro corpo ad esempio nei taschini o direttamente in mano. Va da sé che i bambini sono da tutelare in modo ancora maggiore perché più sensibili.