Chiamato così in onore di Galileo Galilei, celeberrimo astronomo e scienziato italiano, il sistema di posizionamento satellitare promosso dall’Unione Europea va a offrire una valida alternativa a GPS ossia il Global Positioning System promosso dal Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti d’America e GLONASS della Russia (che è tornato operativo al 100% nel 2011).
Qual è la sua storia, come è stato progettato e poi messo in orbita il sistema, ma soprattutto come funziona e quale sarà il suo futuro? Scopriamo tutto su questa mirabile tecnologia che vedrà sempre più tutti gli apparecchi connessi moderni compatibili.
Che cos’è Galileo: la storia
Galileo è un sistema di posizionamento e navigazione satellitare civile che per una volta ha anticipato i tempi invece che ritardarli. Doveva essere attivato a fine anno 2019 invece si è deciso per la data del 15 dicembre 2016 seppur ancora non completamente operativo.
Il via al progetto era stato dato il 26 maggio del 2003 con un accordo tra l’Unione europea e l’Agenzia Spaziale Europea (ESA). Italia e Francia sono stati i paesi da subito più favorevoli, al contrario di Germania e Inghilterra che avrebbero preferito non “sprecare” miliardi di euro, dato che si sarebbe potuto continuare a utilizzare il GPS.
Dopo l’11 settembre 2001 gli USA hanno chiesto al Vecchio Continente di sospendere il progetto, col risultato di compattare tutte le nazioni a favore. Negli anni, Cina e Israele hanno investito entrando a far parte del progetto. Sono stati oltre 3 i miliardi di euro spesi per la messa in orbita e le infrastrutture a terra.
Conta su un totale di 26 satelliti (24 + 2 di scorta) che orbitano a una quota di 23925 km di altitudine con un’inclinazione di 56 gradi rispetto al piano equatoriale terrestre seguendo una medium earth orbit per offrire una localizzazione precisa nella misura di diversi centimetri nelle tre direzioni.
Come funziona il sistema Galileo
Galileo va a fornire le coordinate geografiche ovvero longitudine, latitudine e quota più la velocità di qualsiasi mezzo fisso o mobile sulla terra o anche in atmosfera dunque in volo.
I satelliti presentano un periodo orbitale di circa 14 ore e 4 minuti con periodo di ripetizione della traccia al suolo di 10 giorni. Ci sono in tutto 30 satelliti, 27 operativi e distribuiti in 9 per ogni piano orbitale e 3 per eventuali sostituzioni. Misurano 2,7 x 1,2 x 1,1 metri, pesano circa 700 chilogrammi e hanno una vita stimata di circa 12 anni. La velocità di trasmissione dati ha una vasta gamma da 50 sps fino a 1000 sps.
Nel 2011 si sono messi in orbita i primi satelliti, nel 2004 si è stipulato un importante accordo con con gli U.S.A per adottare uno schema di modulazione chiamato Binary Offset Carrier 1.1 (BOC 1,1) per la trasmissione sulle stesse frequenze del GPS senza interferenze biunivoche per il principio di interoperabilità e compatibilità.
Nel 2017 sono usciti i primi processori compatibili prodotti da Qualcomm, la prima versione di Android compatibile è stata la Nougat (7.0), il primo smartphone è stato BQ Aquaris X5 Plus, per Apple è stato iPhone 6s, si può citare anche Samsung Galaxy S8 e il Nokia 8.
Le differenze tra Galileo e GPS
Le differenze con il GPS annoverano una maggiore accuratezza, copertura fino a latitudini più alte ovvero superiori ai 75 gradi, maggiore disponibilità nelle aree urbane e la promessa di non essere disattivato senza preavviso come invece già successo al GPS in caso di guerre. Inoltre, permetterà l’accesso ai dati grezzi e un’integrità garantita.
Tuttavia, i due sistemi – come già specificato – potranno interoperare garantendo copertura e misurazioni più precise soprattutto nelle aree più densamente abitate. Va da sé che entrambi possono essere utilizzati sia da civili sia da enti militari.
Come viene usato Galileo
Il sistema Galileo non si occupa soltanto della localizzazione per il trasporto aereo, stradale, ferroviario, marittimo e pedonale, ma anche alla sorveglianza, misurazioni per scopi scientifici o ingegneristici, abbracciando anche ambiti che toccano il settore energetico, telecomunicazioni, turismo e agricolo.
Tra gli usi meno scontati c’è per esempio quello che riguarda gli orologi atomici che possono semplificare la sincronizzazione delle linee elettriche per la trasmissione di energia elettrica aiutando anche nella manutenzione. Potrà individuare persone in difficoltà e emergenza infine potrà essere utilizzato per effettuare mappature oceaniche e glaciali oltre che dei luoghi più impervi come le grandi foreste.