Se da una parte la diversità presente nell’ecosistema Android è uno dei suoi punti di forza, come predica la stessa Google, la frammentazione è uno dei problemi con cui il colosso di Mountain View combatte da sempre senza aver ancora trovato una soluzione definitiva.

Il problema si sta ripresentando in maniera puntuale con il rilascio di Android 6.0 Marshmallow che sta lentamente raggiungendo un ristretto numero di dispositivi, la maggior parte dei quali di fascia alta e molto recenti. Fa eccezione Motorola, che sta aggiornando anche i “vecchi” Moto G del 2014, ma si tratta davvero di un caso isolato.

“Google riuscira finalmente a riprendere il controllo di Android spostando l’intero sistema operativo nel suo layer di servizi noto come GMS (Google Mobile Services). In questo modo potrà mettere fine alla frammentazione, vera piaga dei suoi dispositivi, e riprendere il controllo della distribuzione degli aggiornamenti. Il risultato sarà un sistema molto più simile a iOS e Windows 10, con poche possibilità di personalizzazione da parte dei produttori.”

Queste le parole di Richard Windsor, analista di Edison Investment Research, che sottolinea come il tasso di adozione di Marshmallow sia solo del 1,2 %, mentre iOS 9, rilasciato nello stesso periodo, è presente sull’87% dei dispositivi Apple. In questo modo Google fatica ad imporre i suoi nuovi servizi come Now on Tap, che richiedono la versione più recente di Android, con conseguente mancato ritorno economico soprattutto dal punto di vista pubblicitario.

È davvero questo l’unico modo in cui Google potrà mettere fine alla frammentazione o potrebbe portare alla nascita di sistemi operativi alternativi, magari derivati dallo stesso Android? Fateci conoscere le vostre impressioni nel box dei commenti.

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