È iniziato tutto lo scorso anno, quando Google ha deciso di annunciare Nexus 5 tramite un semplice post sul proprio blog lasciando tutti interdetti per la modalità. Ricordo che i rumors riguardanti le specifiche tecniche si sono rincorsi per un paio di mesi, con tutti gli addetti del settore in attesa di un invito per un evento ufficiale di presentazione che non si è mai tenuto. Col senno di poi Google non aveva fatto nulla di sbagliato: a cosa serve un evento spettacolare con invitati famosi, costi spropositati per mostrare uno smartphone? Mi vengono in mente gli eventi della concorrenza – Apple docet – con presentazioni che durano un’ora e mezza e nella quale il 90 per cento del tempo è aria fritta. Analisi delle vendite passate, numeri, tabelle, comparazioni inevitabili con la concorrenza, presentazione del prodotto del quale si conosce già tutto, presentazione delle nuove funzionalità, di cui ogni blog del settore ha già parlato per un mese, comunicazione del prezzo e disponibilità.

Qualche genio a Mountain View ha ben pensato che era possibile portare le presentazioni in una nuova era. Il ragionamento è semplice: lascio trapelare regolarmente delle informazioni sempre più dettagliate sul prodotto, misuro la reazione del pubblico, adeguo le fughe di notizie e procedo fino alla data in cui prevedo di svelare ufficialmente il mio prodotto. A questo punto creo un post con la conferma di tutto quanto è trapelato, ufficializzo prezzi e disponibilità. Semplice ed economico.

Quest’anno la strategia si è evoluta, adattandosi in parte alla concorrenza. Al Google I/O 2014 Big G ha deciso di svelarci la nuova veste di Android, con oltre 4 mesi di anticipo sul rilascio effettivo. Poi ha rilasciato una Developer Preview con la scusa ufficiale di permettere agli sviluppatori di adattare le applicazioni alla nuova interfaccia. Però la Developer Preview è stata installata anche da molti utenti comuni come il sottoscritto. Si sa che le nuove versioni sono sempre più apprezzate, danno la sensazione di avere un nuovo terminale, sono graficamente più appaganti e ci fanno sembrare vetusta la precedente versione. A me almeno capita così: dopo aver visto la Preview di Android L ho trovato brutto Android KitKat che avevo adorato lo scorso anno. Abilità di Google nel proporre una nuova interfaccia o semplice voglia di continue novità?

Anche per il nuovo Nexus (parlo dello smartphone) sono iniziate presto le “presunte” fughe di notizie. Prima il nome, poi il produttore, il chipset e poi il pezzo forte: quello schermo da quasi sei pollici che ha causato tante notti insonni, mal di pancia e arrabbiature da parte degli appassionati. Mi sono realmente divertito in questi ultimi due mesi a leggere una serie impressionante di commenti nei principali blog italiani:

  • Se avrà realmente lo schermo da 6 pollici mi dispiace ma non lo comprerò
  • Faranno sicuramente due versioni, una da 5.2 pollici ed una da 6 pollici
  • Se devo comprare una padella allora prendo il Note 4 perchè ha il pennino
  • Google non venderà neanche un Nexus 6 con queste caratteristiche

Non ricordo che alcun produttore di smartphone abbia mai prestato particolare attenzione agli utenti finali, né per i nuovi prodotti né per gli aggiornamenti. Ci siamo adeguati alle abitudini dei grossi produttori (Samsung, Sony, LG, Apple), che ad ogni nuova versione dello smartphone di punta aggiungono qualche decimale di pollice alle dimensioni dello schermo e crediamo che anche Google debba adeguarsi a questo standard.

La linea Nexus non è nata come linea commerciale per portare profitti a Google, ma per poter sperimentare Android e mostrare agli utenti quali sono le potenzialità del sistema operativo. Ecco perché non è strano che Google in particolare presti poca attenzione al feedback degli utenti.  Quindi potremmo così rispondere ai tanti quesiti degli utenti:

  • Non sentirti particolarmente dispiaciuto, a Mountain View non piangerà nessuno
  • Se non te ne sei accorto, ci sono due versioni: Nexus 6 con lo schermo da 6″ e Motorola Moto X (2014) con lo schermo da 5.2″
  • Se molli la filosofia Nexus per passare alla concorrenza non lamentarti per il ritardo sugli aggiornamenti in futuro
  • Come per il primo punto, Google non ci rimetterà per questo

La cosa più divertente che noto è che, man mano che Google svela la nuova interfaccia, le nuove funzionalità esclusive (Ambient Display e Tap To Wake su tutte), i nuovi servizi presenti sul Nexus 6, gli stessi utenti che prima si dichiaravano esterrefatti ora ammettono che, tutto sommato, alla fine potrebbero acquistare il primo phablet di Google. E se con Nexus 4 e Nexus 5 Google ci aveva abituato ad un prezzo molto concorrenziale, non stupiamoci del prezzo di Nexus 6. A mio avviso, per le sue caratteristiche vale fino all’ultimo centesimo del prezzo chiesto da Google. E se questo comporterà un aggiornamento del mio guardaroba per acquistare pantaloni con le tasche anteriori più grandi, pazienza.

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