Da qualche tempo Google ha deciso di dare un giro di vite per quanto riguarda le applicazioni pubblicate sul Play Store, per garantire agli utenti che possono essere utilizzate le novità presenti nelle versioni più recenti del robottino verde.

Con un aggiornamento delle policy introdotto a dicembre dello scorso anno, Big G ha imposto che, a partire dal 1 agosto 2018, le nuove app inserite nel Play Store debbano supportare il livello 26 delle API. Questo significa Android 8.0 OreoAndroid 8.1 OreoAndroid 9 Pie.

La stessa politica sarà applicata a tutti gli aggiornamenti caricati sul Play Store a partire dal 1 novembre 2018, costringendo di fatto gli sviluppatori a utilizzare le più recenti ottimizzazioni in fatto di sicurezza, privacy e ottimizzazioni. Con Android 9 Pie è stato introdotto un messaggio che avverte l’utente del fatto che l’applicazione ha come target una versione obsoleta delle API, e potrebbe non funzionare correttamente.

Secondo un commit introdotto recentemente sull’AOSP, il target minimo verrà portato alle API 23 con Android Q. In questo modo tutte le applicazioni che hanno come target Android 5.1 Lollipop o precedenti. Il popup sarà mostrato ad ogni avvio dell’applicazione e secondo Google la cosa dovrebbe creare un fastidio sufficiente a spingere gli utenti a chiedere un aggiornamento agli sviluppatori, che il più delle volte mantengono un target basso per evitare di implementare la gestione dei permessi.

La decisione non è definitiva, visto che nel commit si parla di “incremento provvisorio del livello API“, quindi Google potrebbe decidere di alzare il livello minimo, costringendo gli sviluppatori più pigri ad aggiornare le proprie applicazioni.