Uno dei maggiori problemi che affliggono da sempre Android è quello della latenza audio, che tiene i musicisti professionisti alla larga dalla piattaforma Android e li porta su iOS. questo si traduce, secondo quanto riportato da AppAnnie, in una sostanziosa perdita di guadagni, visto che sulla piattaforma Apple le applicazioni musicali sono al terzo posto in quanto a profitti generati.
La latenza audio è quell’intervallo di tempo che trascorre tra l’ingresso del segnale e la sua uscita dopo essere stata processata dal sistema. Attualmente il tempo medio di latenza delle app Android si aggira tra i 100 e i 200 millisecondi, ben lontano dai 10 millisecondi che rappresentano il limite massimo affinché l’orecchio umano non riesca a percepire il ritardo.
Per fare un paragone molto banale, sarebbe come se il batterista di un gruppo musicale suonasse sempre con mezza battuta di ritardo rispetto al resto del gruppo, con un risultato ovviamente inaccettabile. Tutto questo, come dicevamo in apertura, fa si che i professionisti del suono non utilizzino Android come piattaforma per le loro performance, con una evidente perdita di profitti, visto che secondo AppAnnie i profitti generati dalle applicazioni musicali su Android non sono tra le prime cinque.
Con Android 6.0 Marshmallow Google ha fatto degli importanti passi avanti anche se non è ancora riuscita ad arrivare alla fatidica soglia dei 10 millisecondi. Attualmente la miglior performance ottenibile su Android è tramite un Nexus 9 con Android 5.0, che garantisce una latenza audio di 35,8 millisecondi mentre con Android 6.0 Marshmallow il dato scende a soli 16 millisecondi.
Va quindi apprezzato il lavoro di Google ma la strada per eliminare finalmente il problema della latenza audio è ancora lunga e continuerà a costare molto, in termini di mancati profitti, al colosso di Mountain View.