Cosa succederebbe se Google Cardboard assomigliasse meno ad un pezzo di cartoncino messo insieme alla bell’e meglio e di più ad un visore per la realtà virtuale «serio»? La risposta è Homido, prodotto dall’omonima azienda francese e un deciso passo avanti su tutti i fronti rispetto a quanto abbiamo visto finora.

Inutile ingannarsi, però: Homido non è un visore completo e richiede sempre uno smartphone per funzionare, dunque è esattamente identico ai modelli in cartone in quanto a funzionalità. Nonostante questo il prezzo è indubbiamente salato: 70€.

Caratteristiche e design

La prima differenza rispetto a Google Cardboard è il materiale: Homido è realizzato in plastica rigida lucida che gli dà un aspetto «premium» e che lo rende decisamente più durevole e meno incline a rotture e deformazioni. Abbiamo poi molte differenze in quanto a comfort: abbiamo infatti una fascia di gommapiuma che rende più comodo indossare il visore e due elastici che permettono di assicurarlo alla testa senza doverlo tenere con le mani.

Lo smartphone viene assicurato al visore grazie ad una aletta in plastica semirigida con del neoprene che lo tiene ben fermo; il difetto di questo approccio è che lo smartphone viene spinto con forza sufficiente a premere eventuali tasti fisici – ad esempio il tasto home. La presa è però ottima e lo smartphone rimane solidale col visore.

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Una caratteristica che non troviamo sui visori in cartone è la possibilità di regolare la distanza interpupillare e la distanza dello smartphone dall’occhio. Tramite due rotelline poste ai lati è infatti possibile avvicinare o allontanare lo smartphone, mentre con una rotella in alto si può regolare la distanza tra le due lenti adattando quindi la visione alla conformazione del viso di ciascuno.

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Manca, invece, il magnete di Cardboard per interagire con lo smartphone quando questo è inserito nel visore.

Utilizzo

Utilizzare uno di questi dispositivi è un’esperienza difficile da descrivere: è come avere un mega-schermo davanti che copre pressoché tutto il campo visivo, escludendo i lati; si nota qualche imperfezione dovuta ai pannelli LCD dei telefoni che hanno una definizione a malapena sufficiente a non far notare i singoli pixel, ma è come avere un televisore incollato al viso.

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L’aspetto interessante di questi visori è che sfruttano i sensori degli smartphone (giroscopi, accelerometri ecc) e permettono quindi di visualizzare immagini proprio come se si fosse nella scena: ruotando la testa cambia la visuale come se fossimo immersi nella situazione, come se fossimo lì.

Il cervello umano, poi, è sufficientemente stupido: si fa ingannare da un visore per la realtà virtuale e crede di essere davvero sulle montagne russe, con tutte le conseguenze di ciò – giramenti di testa, mal di stomaco, adrenalina.

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La sensazione generale è più che positiva, anche se siamo ancora negli stadi infantili di questa tecnologia: fra 5 o 10 anni avremo a disposizione scene infinitamente più complesse e realistiche, al cui paragone ciò che abbiamo ora sembrerà simile ai disegni di un bambino. La sensazione di assaggiare un pezzo di futuro oggi è fortissima ed è incredibile.

Software

Homido fornisce anche un’applicazione a corredo che funziona da mezzo per scoprire nuove applicazioni da utilizzare con il visore: Homido Center funziona da punto di partenza da cui iniziare il viaggio nel mondo della realtà virtuale. L’applicazione non offre contenuti suoi, ma si limita a offrire link verso le applicazioni presenti su Google Play.

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Considerazioni

La domanda che viene spontaneo porsi è: val la pena acquistare un prodotto simile a Google Cardboard, con qualche accessorio in più ma con un esborso anche decisamente più corposo? La risposta è che, a mio parere, Homido sia un prodotto eccezionale, con una qualità costruttiva degna di nota e con soluzioni intelligenti per aumentare al massimo il comfort, che è davvero elevato anche nel caso di smartphone pesanti. È indubbiamente uno dei migliori prodotti di questo tipo in commercio – se non il migliore.

Il problema arriva parlando del prezzo: tutto questo vale 70€? Il mio parere è che li valga solo se siete davvero interessati ad utilizzare un visore per la realtà virtuale – ad esempio se siete sviluppatori o se siete particolarmente coinvolti da queste prime esperienze che coinvolgono la realtà virtuale. Nel caso in cui vogliate un oggetto solo per provare la realtà virtuale esistono alternative decisamente più economiche – ovviamente anche meno complete e accessoriate.

L’esperienza è, però, decisamente diversa rispetto a qualunque modello in cartone – prima di tutto perché avete le mani libere, secondariamente per via del comfort. In conclusione, quindi, la risposta è dunque che sì, Homido vale quel che costa, anche se un prezzo inferiore di 20 o 30 Euro l’avrebbe reso indubbiamente più interessante e appetibile.

Settanta Euro sono comunque molti meno rispetto a quanto chiesto da Samsung per il suo Gear VR, dunque Homido si candida come un ottimo sostituto.

In conclusione

Homido è il meglio ad oggi disponibile tra le alternative a Google Cardboard, rispetto alle quali ha un solo limite: il prezzo decisamente più elevato, pari a circa 70€.

La qualità costruttiva eccellente, la possibilità di regolare ogni singola parte per ottenere un comfort ottimale, le attenzioni di Homido nella creazione di un prodotto comodo da utilizzare anche per lunghi periodi – tutti questi elementi contribuiscono a fare di questo visore per la realtà virtuale un oggetto ottimo e di altissima qualità.