E’ una domanda che ci poniamo spesso e, nello stesso istante in cui ce la si pone, si prova un sentimento di frustrazione unito a rabbia. Per quale motivo noi, che siamo nel mezzo di una crisi economica che ci sta colpendo durissimamente più di altre nazioni, dobbiamo pagare di più anche uno smartphone? La prima cosa che si pensa è: “Visto che i produttori sanno che in Italia siamo gli acquirenti più accaniti di smartphone, pensano che noi compreremo un nuovo prodotto solo perchè è  (passatemi il termine) ‘figo’ “?

Abbiamo quindi provato a dare una spiegazione e siamo arrivati a delle conclusioni, anche se non abbiamo potuto entrare nel dettaglio su alcuni aspetti, i quali saranno accennati solo in maniera qualitativa.

Dunque, quello che sicuramente influisce sul prezzo finale di ogni bene, smartphone e tablet compresi, è l’IVA (Imposta sul Valore Aggiunto) che in Italia ammonta al 21%, come ben saprete. In altri paesi europei, come la Spagna, l’IVA ammonta al 18%, in Germania al 19%, nel Lussemburgo al 15%, in Francia al 19,6% ed in Inghilterra al 20%. Ci sono anche paesi in cui l’IVA ammonta al 25%, al 23%, ma magari proprio in quei paesi i salari sono molto più alti che da noi.

Tuttavia, l’IVA, non è poi così determinante ai fini del prezzo finale se confrontiamo alcuni dati. Infatti, con gli stessi calcoli, in Italia ed in Germania (ad esempio) ci sarebbero differenze di prezzo intorno ai 30 euro su un dispositivo che ne costa 600, il che sarebbe pure comprensibile. Insomma, pagare uno smartphone in Italia 629 euro invece che 599 euro in Germania, diciamo che possiamo ancora accettarlo. Quello che invece preoccupa è il perchè ci sia uno scarto enorme, anche di 100 euro, tra i prezzi italiani e quelli europei.

 


 

Oltre l’IVA, però, ci sono da considerare anche le percentuali di guadagno che vengono applicate dal grossista e dal negoziante (che di solito vanno dal 10% al 15% del prezzo). Con queste percentuali i commercianti ci “vivono”, poichè anche loro avranno diritto a guadagnare, ma spesso e volentieri, però, tali percentuali vengono gonfiate un po’ troppo. Altrettanto spesso, poi, il prezzo finale viene arrotondato per eccesso.

Inoltre, in Italia, abbiamo anche la tassa sullo Storage, chiamata “Equo compenso“. Questo significa che paghiamo anche i GigaByte di memoria di cui è dotato il nostro dispositivo. Seppur si tratti di una tassa di pochi euro (dai 10 ai 15 per un dispositivo da 16 GB), ci lascia intuire ulteriormente come in Italia paghiamo di più praticamente ogni cosa. La tassa sullo Storage fu introdotta nel 2009-2010 dal precedente governo.

Complice ulteriore sicuramente il fatto di avere i prezzi sui carburanti tra i più alti in Europa, colpa anche dell’accisa. Non dimentichiamoci infine che vi sono tanti altri fattori minori (come piccole tasse, passaggi di mano, etc..) che, sommati tra loro, incidono significativamente sul prezzo finale dei dispositivi.

Dunque: IVA più alta che in altri paesi europei, percentuali dei grossisti e dei commercianti non sempre sotto controllo, prezzo dei carburanti più elevato rispetto agli altri paesi europei, tassa sullo Storage, piccole tasse  ed altri fattori minori. Ecco perchè i dispositivi in Italia costano molto di più!