Durante la serata di ieri, poco dopo l’annuncio ufficiale da parte di Google di Android 4.4 KitKat e del Nexus 5, vi abbiamo proposto un articolo approfondito su tutte le novità introdotte con la nuova versione di Android. In particolare, abbiamo visto come siano state introdotte numerose novità sia per quanto riguarda il codice interno che per quanto riguarda l’interfaccia utente, ma vi sarebbero ancora altre novità molto interessanti che non aspettano altro che venire alla luce.

Una di queste è la presenza di un nuovo compilatore virtuale chiamato ART, che si occupa di far girare le applicazioni di Android. Come ben saprete, la macchina virtuale su cui attualmente girano le applicazioni Android è la Dalvik, le cui prestazioni restano discutibili. Dopo però l’acquisizione di FlexyCore da parte di Google, ricorderete, eventualmente a Mountain View stanno valutando di migliorare le prestazioni di tutte le applicazioni proprio implementando questo nuovo compilatore ART sviluppato appunto in collaborazione con FlexyCore.

Questo compilatore è capace di leggere file di tipo OAT, mentre la Dalvik è capace di leggere file di tipo ODEX. In Android 4.4 KitKat, inoltre, vi sarebbe anche una conversione dex2oat che permetterebbe di convertire i file ODEX in file OAT e quindi renderli compatibili con il compilatore ART.

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Si badi bene che questo strumento per adesso è previsto solo nella console degli sviluppatori, i quali potranno scegliere se far girare la propria applicazione via Dalvik o via ART. Molto probabilmente, quindi, Google starebbe orientandosi verso un graduale abbandono della Dalvik in favore del compilatore ART, che darebbe tanti benefici in termini di prestazioni. Le applicazioni, infatti, girerebbero molto più veloci di adesso. Ci si aspetta, quindi, che Android 4.4 KitKat riesca ad eseguire anche applicazioni realizzate per ART.

Oltre questa novità molto importante ve ne sarebbe un’altra legata all’audio. In particolare, vi è il supporto all’Audio Tunneling grazie al processore per segnali digitali DSP (Digital Signal Processor). In pratica cosa accade: quando ascoltiamo musica, di solito è la CPU che si occupa di elaborare i segnali audio digitali, e questo comporta un grosso consumo di energia. Con l’utilizzo di un processore DSP, come quello che si trova a bordo del Nexus 5, i segnali audio digitali non vengono elaborati più dalla CPU ma da tale co-processore che risulta molto più efficiente. Questo consente di diminuire drasticamente il consumo di batteria durante la riproduzione dell’audio e, per questo motivo, le ore di ascolto dell’audio sono passate da 30 a ben 60 nel Nexus 5.

Naturalmente non tutti i dispositivi hanno un processore DSP, per cui questa caratteristica per adesso rimarrà propria del Nexus 5. Google, comunque, è al lavoro con i suoi partner al fine di introdurre questa funzionalità anche nei prossimi dispositivi.

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