Sono arrivati al testa a testa, finalmente, Apple e Xiaomi nel mercato dei wearable. Nonostante in quanto a profitti Apple sia ancora inarrivabile: quel 18% del mercato a Cupertino è garantito dal Watch venduto a centinaia di euro, mentre Xiaomi deve ringraziare il Mi Band 2 venduto a qualche decina di euro.

Tra i due “purosangue” balla quindi un’ordine di grandezza, ma il pareggio sulla quota di mercato è già una vittoria, anche alla luce del fatto che Mi Band 2 è al termine del suo ciclo vitale: il debutto di Xiaomi Mi Band 3, infatti, sembra essere questione di giorni. Ad ogni modo, secondo i dati di Canalys, nel primo quadrimestre dell’anno sono stati consegnati 3,8 milioni di Apple Watch e 3,7 milioni di Mi Band.

Il diagramma a torta è completato da Fitbit con l’11%, Garmin col 7% e Huawei, al 6%. La chiave del successo commerciale di Apple Watch, secondo gli analisti, è da attribuire alle funzionalità LTE della terza generazione, molto apprezzate, ad esempio, da coloro che fanno attività fisica all’aperto e non vogliono portarsi dietro più di un gadget.

Il merito di Apple, però, si trasforma in una sonora sconfitta per l’intero mondo Android: “Parte del successo di Apple Watch arriva dagli operatori telefonici, incentivati a promuoverli soprattutto per il ritorno economico garantito dalle SIM dati necessarie a sfruttarne la connettività LTE. In quest’ottica è clamorosa la mancanza di un corrispettivo Android, e le speranze sono tutte riposte sul Google Pixel Watch, ha detto Jason Low, Senior Analyst di Canalys.

L’analista, tuttavia, non è al corrente che alcuni gestori, come quelli italiani, fanno ancora spallucce sulle SIM per smartwatch, al punto che Apple Watch 3 LTE da noi non è mai stato commercializzato. Ma questa, in fondo, è un’altra storia.

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