Presentato ufficialmente a Berlino in occasione di IFA 2023, DreameBot L20 Ultra è il più recente tra gli aspirapolvere robot di Dreame Technology e va ad alzare ulteriormente l’asticella rispetto al modello di punta presentato lo scorso anno. Sono davvero tante le novità, che vi abbiamo illustrato nel nostro articolo di presentazione ma oggi è venuto il momento di parlarvene in maniera più dettagliata.

Sto utilizzando il nuovo robot da qualche settimana, avendolo avuto in anteprima rispetto al lancio, l’ho messo alla prova facendogli pulire a fondo la mia abitazione, sia per quanto riguarda la funzione di aspirapolvere sia per quanto riguarda il lavaggio, la novità che mi incuriosiva maggiormente. Vi lascio alla recensione completa di DreameBot L20 Ultra per scoprire com’è andata.

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Dotazione ricca

Già dalla confezione di vendita si capisce che ci troviamo di fronte a un prodotto davvero imponente e completo. La versione che ho testato è la L20 Ultra Complete, che a differenza della versione “normale” include anche materiali di ricambio e consumo per almeno un anno. In una scatola dedicata sono infatti presenti tre confezioni di detergente, tre filtri, una spazzola a rullo, due spazzole laterali, tre sacchetti per la raccolta della polvere e sei panni di ricambio per ciascuno dei due mop.

Un’ottima configurazione, così da evitare di dover cercare immediatamente tutti i materiali di consumo e potersi davvero dimenticare di tutto. Si perché DreameBot L20 Ultra nasce proprio per evitare all’utente i fastidi legati alle pulizie di casa. I robot aspirapolvere non sono certo una novità ma solo da pochi anni si sono davvero evoluti diventando quasi completamente autonomi.

Della base di ricarica, la più completa che abbia mai visto, vi parlerò nell’apposito paragrafo, mi limito a ricordare che si occupa di raccogliere lo sporco dall’aspirapolvere, fare il pieno di acqua e detergente al robottino quando serve, montare i panni di lavaggio, lavarli al termine della pulizia, convogliare l’acqua sporca in un apposito contenitore e asciugare i mop con aria calda per evitare la proliferazione di muffe e batteri.

La configurazione iniziale richiede davvero pochi istanti, tanto che l’operazione più lunga e complessa è stata quella di sballare robot e base e installare tutti gli accessori. Una volta completato l’abbinamento con la companion app ho potuto iniziare a scoprire le tantissime funzioni di cui dispone questo robot, il più completo sul mercato.

Aspirazione e navigazione

Come i robot più recenti targati Dreame, anche questo DreameBot L20 Ultra dispone di una funzione di mappatura rapida, per creare in pochi minuti una mappa completa della casa prima ancora di iniziare la pulizia. In alternativa, la soluzione che ho scelto io, è possibile avviare una pulizia e lasciare che il robot crei una mappa dettagliata man mano che scopre i vari ambienti domestici.

Al termine viene creata una mappa con le varie stanze divise: a differenza di molti altri robot, anche costosi, l’algoritmo di questo robot non si è fatto trarre in inganno, dividendo in maniera esatta le varie stanze, lasciandomi solo il compito, non obbligatorio, di assegnare loro un nome. A questo punto è possibile creare una sequenza di pulizia desiderata o pulire solo determinati ambienti, decidendo se aspirare e a quale potenza, aspirare e lavare nella stessa passata, lavare solo o aspirare e in un secondo momento lavare, lasciando così a ognuno la libertà di interpretare al meglio le funzioni del robot.

La potenza di aspirazione è cresciuta e ha raggiunto i 7.000 Pa, così da garantire una pulizia impeccabile in ogni situazione. Peli, capelli, briciole, polvere, nulla viene lasciato sul pavimento ma finisce nell’apposito raccoglitore, accessibile rimuovendo il coperchio superiore. Al rientro alla base sarà quest’ultima, in base alle impostazioni, a raccogliere lo sporco, senza lasciare alcun residuo nel contenitore, grazie a una potenza decisamente elevata. Solitamente mi capita di trovare qualche residuo ma con DreameBot L20 Ultra non sono mai riuscito a scorgere sporco, forse qualche granello.

La navigazione è decisamente tra le migliori in assoluto, col sistema Pathfinder che ottimizza il percorso del robot in maniera davvero convincente mentre il sistema a luce strutturata 3D e la telecamera frontale gli permettono di individuare ostacoli imprevisti ricalcolando istantaneamente il percorso da seguire. Ho provato a mettere ostacoli nei punti più stretti, calzini, ciabatte, ma nessuno è riuscito a mettere in crisi l’algoritmo che si è sempre tratto d’impaccio alla grande.

Anche durante la pulizia di una determinata stanza DreameBot L20 Ultra è in grado di individuare oggetti inattesi, indicandoli con un’icona sulla mappa e specificando di cosa si tratta con la relativa percentuale di affidabilità. In questo modo saprete se qualcuno ha lasciato le scarpe sul pavimento o si è dimenticato di mettere le sedie sul tavolo della cucina.

La telecamera frontale è aiutata anche da un sistema di illuminazione che si avvia nelle stanze più buie, così da avere una visuale migliore. È inoltre possibile utilizzare la telecamera per trasformare il robottino in un sorvegliante intelligente facendogli seguire un determinato percorso o attivandola durante la pulizia, per verificare che tutto sia in ordine e che non ci siano situazioni particolari.

La spazzola in gomma è tra le più efficaci mai prodotte, evita che capelli e peli si aggroviglino e può essere sollevata per evitare di lasciare segni durante la fase di lavaggio. Vengono ovviamente riconosciuti i tappeti, grazie a una tecnologia ultrasonica e il Vormax Suction System adatta la potenza per raccogliere con efficienza lo sporco incastrato.

L’algoritmo di pulizia è in grado di migliorare nel tempo e di adattare la mappa a eventuali cambiamenti che avvengono in casa. Mi è capitato di spostare un paio di mobili e il robot si è adattato senza problemi, andando a migliorare le prestazioni nel tempo, man mano che impara a riconoscere la casa.

Ovviamente, ma questa non è una novità, è possibile utilizzare i comandi vocali per gestire il robot tramite Alexa, Siti e Google Home, se vi piace questo metodo di controllo. Personalmente preferisco la classica applicazione (è comunque possibile avviare una pulizia generica con il tasto sulla base di ricarica) e avrei preferito una maggiore apertura verso piattaforme di terze parti dedicate al controllo della casa.

Lavaggio pavimenti

Se la parte di navigazione non mi ha particolarmente sorpreso, pur avendomi lasciano forse per la prima volta davvero soddisfatto, la parte dedicata al lavaggio dei pavimenti è stata una piacevole sorpresa. Superata l’era dei panni in microfibra trascinati sul pavimento, sulla cui efficacia evito qualsiasi commento, DreameBot L20 Ultra ha reinterpretato anche il doppio mocio rotante, con una serie di innovazioni che me lo hanno fatto amare fin dal primo utilizzo.

Nell’ottica di rendere questo robot completamente indipendente, Dreame Technology ha implementato la rimozione automatica dei due moci, che vengono installati solo quando serve. Non dovrete più ricordarvi di installarli quando dovete lavare il pavimento o toglierli quando volete semplicemente aspirare il pavimento, visto che saranno montati solo quando servono.

Ho immediatamente voluto provare la funzione già alla prima pulizia (sola aspirazione), installando manualmente i moci e selezionando la sola aspirazione. Il robot ha lasciato i due panni sulla base e ha iniziato il proprio compito in un batter d’occhio, senza alcun problema. Al termine della prima pulizia, con la mappa completa, ho voluto provare il lavaggio posticipato, facendo pulire una sola stanza.

Dopo aver aspirato lo sporco il robot è tornato alla base, ha montato i due panni e ha fatto il pieno di acqua. Nella base è presente anche un flacone con il detergente, che viene aggiunto in maniera automatica, migliorando decisamente la qualità della pulizia. Non mi aspettavo prestazioni simili, anche perché ho fatto pulire al robot la cucina dopo un paio di giorni nei quali non era stato lavato il pavimento.

C’era qualche macchia decisamente ostica, macchie d’acqua, qualche schizzo di grasso e in generale un po’ di sporco che è facile trovare un una cucina molto utilizzata. Come sempre il robot ha iniziato dai bordi e qui ho potuto vedere in azione la grande novità di questo DreameBot L20 Ultra: si chiama Mop Extend ed è una tecnologia che estende il panno sul lato destro (guardando il robot da dietro) per fare in modo che anche il pavimento vicino al battiscopa venga pulito. Allo stesso modo viene esteso anche passando attorno alle gambe di sedie e tavoli e più in generale di qualsiasi oggetto o mobile che tocchi per terra.

Rispetto a una soluzione tradizionale devo dire che siamo avanti di anni luce: il problema che mi ha fatto sempre preferire il mocio a queste soluzioni è che i robot, non importa quanto fossero evoluti, hanno sempre avuto un grosso problema, lasciando una fascia larga 5-6 centimetri in prossimità delle pareti o dei mobili e un cerchio attorno alle gambe dei tavoli (di solito alzo tutte le sedie quando aziono il mio aspirapolvere robot).

Questa soluzione risolve quasi completamente i problemi precedenti visto che lungo le pareti, i battiscopa o i mobili appoggiati a terra pulisce a filo, senza lasciare alcuna area sporca. Resta giusto qualche centimetro quadrato negli angoli, dove un mocio rotondo non può arrivare. Si tratta davvero di una piccolezza alla quale si può soprassedere, basta passare il mocio una volta ogni 2-3 settimane per risolvere qualsiasi problema.

Mi è capitato di avere alcune macchie particolarmente ostinate, ma grazie a Clean Genius, che utilizza diversi sensori, sono state identificate e rimosse grazie a un paio di passaggi supplementari, che hanno lasciato il pavimento perfettamente pulito. Da notare che nel trasferimento dalla stazione di ricarica alla propria destinazione i moci vengono sollevati (cosa che accade anche sui tappeti), evitando quindi di lasciare scie umide sia all’andata che al ritorno.

Oltre alla modalità “differita”, che prima aspira e poi lava, è possibile far compiere le due attività nello stesso passaggio, opzione che a mio avviso va bene per chi lava il pavimento con grande regolarità. Se invece vi capita di pulire ambienti particolarmente sporchi ho notato che la soluzione migliore è quella di far raccogliere sporco e polvere e successivamente lavare, per evitare che qualcosa rimanga sul pavimento.

Potete anche impostare, tramite le tantissime opzioni presenti nella companion app, l’area da lavare prima che il robot torni alla stazione di ricarica per lavare i moci, evitando quindi di portare in giro lo sporco. L’operazione è decisamente rapida e il risultato è decisamente buono, non ho mai trovato tracce di sporco o segni lasciati sul pavimento asciutto.

Una stazione più completa che mai

Veniamo alla stazione di ricarica, davvero massiccia e ingombrante: misura infatti 606,5 x 426 x 499 millimetri e pesa 13,3 Kg. Niente di esagerato, intendiamoci, ma dovete calcolare bene dove posizionarla perché non sia di intralcio. Al suo interno trovano posto due contenitori per l’acqua, quella pulita da 4,5 litri, quella sporca da 4 litri, la cartuccia contenente il detergente, il sacchetto per lo svuotamento automatico della polvere e la parte dedicata al lavaggio dei moci.

La stazione è decisamente solida, con un motore per aspirare lo sporco dal robottino non particolarmente rumoroso e decisamente silenziosa anche per quanto riguarda il lavaggio dei due mop. L’operazione richiede giusto qualche minuto, sia durante il lavaggio di una stanza sia al termine delle operazioni e anche l’asciugatura, che avviene con aria calda, è appena percettibile.

Il contenitore dell’acqua sporca è ben sigillato, quindi non sentirete mai cattivi odori provenire dalla base di ricarica e anche aprendolo non avrete sgradite sorprese. Ho provato a lasciare l’acqua ferma per una decina di giorni, arrivando a riempire il contenitore prima di vuotarla, e il detergente utilizzato per lavare i pavimenti era ancora percepibile, senza cattivi odori tipici dell’acqua sporca stagnante.

Non manca ovviamente la possibilità di ricaricare il robot, la cui batteria raggiunge i 6.400 mAh, con una tecnologia più rapida del 30% rispetto ai modelli precedenti. Questo significa che per ambienti molto grandi, che non possono essere puliti con una sola carica, i tempi di attesa saranno ridotti. Per le abitazioni normali invece nessun problema, anche lavando e aspirando separatamente, l’opzione più energivora.

Ho un’abitazione di circa 100 metri quadri, di cui circa 80 che possono essere puliti e anche con la funzione “aspira e poi lava” sono riuscito a completare la pulizia con una singola carica, avanzando circa il 25% della batteria. La posizione della stazione gioca sicuramente un ruolo importante, visto che l’ho posizionata quasi al centro dell’abitazione per ridurre gli spostamenti dovuti alla necessità di lavare i due moci. Nel complesso dunque un risultato più che soddisfacente.

In conclusione

Questo DreameBot L20 Ultra mi ha decisamente convinto, grazie a una base decisamente completa, alla rimozione e montaggio automatici dei moci, all’estensione del mocio per pulire praticamente ovunque e all’aggiunta del detergente. A me resta solo il compito di preparare le stanze, controllare che ci sia acqua e premere il tasto di inizio pulizia. A tutto il resto ci pensa lui, tra qualche settimana dovrò cambiare il sacco della polvere ma sarà la base a segnalarmi, come avviene per i serbatoi dell’acqua e del detersivo, quando sarà il momento.

Se pensate che il prezzo sia proibitivo ecco una bella sorpresa: DreameBot L20 Ultra costa 1.199 euro (100 euro in più per la Complete Edition), un prezzo in linea con quello dello scorso anno e inferiore a diversi modelli della concorrenza che non hanno le stesse funzioni.

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