Oggi come oggi, in Italia i tre sistemi di pagamento tramite smartphone, ovvero Android Pay, Apple Pay e Samsung Pay sono praticamente inesistenti, tuttavia è un dato di fatto che la loro diffusione in Corea (patria di Samsung) e soprattutto negli USA sia in continua crescita.

Mentre Android ed Apple Pay permettono di effettuare i pagamenti solo tramite chip NFC, Samsung utilizza un metodo proprietario chiamato MST (trasmissione sicura magnetica, qua il nostro articolo dedicato), che, a nostro parere, ha un potenziale nettamente maggiore rispetto ai concorrenti: esso, infatti, sfrutta una tecnologia che simula la famigerata “strisciata” della carta di credito. Di fatto, quindi, potremmo pagare in qualunque posto.

Il valore aggiunto, però, risiede nella possibilità di effettuare pagamenti  direttamente tra smartphone. Provate a pensare ai vantaggi: i liberi professionisti potranno accettare i propri compensi con un semplice tocco, ed emettere automaticamente la fattura, con enormi benefici in termini di risparmio di tempo e lotta all’evasione. Inoltre, si eviterebbe il passaggio del denaro attraverso VAN (value-added network) di terze parti, ovvero si eviterebbe il pagamento di commissioni.

Questo metodo richiederebbe una nuova tecnologia, ma a quanto ci risulta una startup americana avrebbe già spedito la richiesta di brevetto per sviluppare un’applicazione ad hoc, che probabilmente consentirà di usufruire del servizio anche ai futuri possessori di terminali mid range della casa di Seul (qui il nostro articolo).

Ovviamente il colosso coreano non conferma nè smentisce queste voci, perchè è concentrato sull’imminente lancio di Samsung Pay in Cina, che è il primo mercato mondiale per numero di consumatori. Presumibilmente anche il Regno Unito e la Spagna saranno beneficiate dal sistema nei prossimi mesi.

Attualmente, comunque, Samsung sta riscuotendo i primi successi in Corea, con oltre 1 milione di utilizzatori che, come vi avevamo riportato, solo nel mese di ottobre, hanno generato circa 88 milioni di dollari di pagamenti.

Non ci resta che aspettare, sperando che potremo presto ricevere anche in Italia questo servizio.

Via