La diatriba legale che vede Samsung ed Apple contendersi milioni di dollari di risarcimenti, con tira e molla da entrambe le parti, sembra non voler arrivare alla fine: il colosso coreano ha infatti chiesto alla Corte Suprema di riesaminare il caso e instaurare un nuovo processo, perchè a parer suo Apple avrebbe ricevuto un risarcimento inadeguato (cioè troppo cospicuo) per l’entità dei brevetti violati.

Andiamo con ordine e ricapitoliamo i fatti: nel 2012 Apple aveva fatto causa a Samsung per la violazione di due patents riguardanti il design degli smartphone e, in particolare, l’aspetto dei bordi e della scocca anteriore e la griglia di 16 applicazioni del software. Samsung aveva inizialmente pagato la multa decisa dal giudice, salvo poi ricorrere in appello e ottenere uno sconto di 120 milioni.

La battaglia, ultimamente, si è spostata prevalentemente sul terreno economico: dapprima con i riscontri positivi di Samsung Pay, poi con le vendite di Samsung in India, infine con il sorpasso del produttore coreano nei confronti del rivale nel suo mercato domestico.

L’atto finale (?) della disputa potrebbe, tuttavia, aver luogo di nuovo in tribunale: il gigante di Seul ha infatti inviato alla Corte Suprema un documento in cui si chiede la ripetizione del processo con una diversa valutazione del valore dei brevetti. Perchè, chiede Samsung, se la violazione è avvenuta soltanto su due di essi, il danno deve essere calcolato sull’intero profitto ottenuto dalla vendita del terminale?

La questione è molto delicata, poichè si potrebbe (finalmente) arrivare ad una quantificazione del valore del design: non a caso, infatti, tutto il mondo della tecnologia di consumo sta tenendo il fiato sospeso.

Non ci resta che aspettare per vedere quali saranno le prossime mosse e di Samsung, e di Apple: adesso, però, la patata bollente è nelle mani della Corte Suprema.

Via