Non sono pochi i fan di Samsung che vorrebbero un SoC Snapdragon nei Galaxy della serie S in luogo degli Exynos progettati dalla stessa azienda di Seul. Che tuttavia, non potendo produrre i SoC necessari ad equipaggiare tutti i Galaxy top di gamma venduti nel mondo, negli ultimi anni ha dotato di Snapdragon solamente quelli commercializzati in USA, Cina, Giappone e America Latina.

Le ragioni per cui i SoC Exynos top di gamma non sono visti di buon occhio risiedono nelle differenze prestazionali con il corrispettivo Snapdragon, che a detta di molti ha una gestione termica nettamente migliore attraverso cui garantisce una maggiore autonomia. Nel 2020 il delta tra i due, secondo le voci provenienti dalla Corea, sarà più ampio che mai, con lo Snapdragon 865 che sarebbe sensibilmente migliore dell’Exynos 990 atteso sui Samsung Galaxy S11.

L’azienda asiatica avrebbe preso coscienza del gap definendo “inevitabile” una più ampia distribuzione dei Galaxy S11 con Snapdragon 865. Purtroppo per noi, secondo queste informazioni, l’Europa rimarrebbe tra le poche regioni al mondo a ricevere la variante con Exynos 990, forse l’unica. Sulla carta il SoC americano sarebbe avvantaggiato dall’utilizzo di core Cortex-A77, più recenti, efficienti e rapidi dei Cortex-A76 di Exynos 990.

E posto che comunque un’eventuale differenza prestazionale tra i due SoC non può essere descritta compiutamente dai numeri ma dovrà essere verificata sul campo, la tesi di un gap che invece di ridursi è aumentato è sostenuta dalle voci che vedono il licenziamento dell’intero team che si occupa di CPU nel centro di ricerca e sviluppo di Austin.