Samsung Gear Fit 2 è il fitness tracker di punta dell’azienda coreana, che per produrlo ha dovuto affrontare non poche sfide dal punto di vista progettuale ed ingegneristico, a partire dall’inserimento del modulo GPS fino al sistema operativo proprietario, Tizen.

Prima di svelarvi come Samsung sia riuscita a risolvere questi problemi, vi invitiamo a guardare la nostra recensione di Gear Fit 2 e anche il confronto con  Xiaomi Mi Band 2, per vedere se la differenza di prezzo tra questi dispositivi sia giustificata.

Inoltre, non perdetevi il focus sul comparto fitness e quello sul design.

Sicuramente la difficoltà principale, come spiega Chaekyu Choe, è stata quella di dover miniaturizzare e incastrare tutti i componenti in uno spazio così ristretto. Nonostante ciò, Gear Fit 2 vanta, rispetto al predecessore, il modulo GPS (assente sulla prima versione), un barometro 10 volte più preciso e un sensore di battito cardiaco migliore grazie alla separazione tra LED e fotodiodo.

John Kim ci spiega che, poichè l’antenna GPS riceve meglio il segnale se è distante dal corpo umano, hanno dovuto inerirla nel display (cioè il meno vicino possibile al polso): questa soluzione è stata possibile grazie a due antenne, la principale e una ausiliaria (quella nel dipslay).

Altre curiosità sui miglioramenti apportati a Gear Fit 2, come il GPS che dovrebbe consumare un quarto di un apparecchio standard e garantire dunque un miglioramento dell’autonomia, l’utilizzo di Tizen come sistema operativo e il riconoscimento automatico dell’attività fisica sono spiegati nel dettaglio nell’intervista completa, che i più esperti di voi potranno raggiungere a questo link.