Pur avendo raccolto quasi la metà dei profitti dell’intera industria dello streaming musicale, oltre due miliardi su un fatturato complessivo di 4,5 miliardi di dollari, Spotify non sta navigando in buone acque, come testimoniano i dati resi noti lo scorso anno. Il colosso dello streaming musicale ha infatti versato l’80% delle sue entrate alle etichette musicali e agli artisti che popolano il grande catalogo musicale, con una perdita operativa di oltre 200 milioni di dollari.

Nel tentativo di invertire questa tendenza Spotify ha ingaggiato Shiva Rajaraman, ex responsabile dell’esperienza consumatori presso YouTube, che avrà il compito di riportare la compagnia sulla strada della profittabilità, grazie a nuovi contenuti video personali, come interviste con gli artisti del momento, eventi dal vivo, documentari e backstage degli eventi più importanti del settore.

Gli spot pubblicitari presenti nella versione gratuita non sono sufficienti ma servirebbero almeno 50 milioni di utenti paganti per poter negoziare condizioni migliori con i produttori musicali. Attualmente Spotify conta circa 75 milioni di iscritti di cui solamente 30 milioni sono paganti. Vedremo se una maggiore quantità di contenuti esclusivi basterà a risollevare le sorti di Spotify o se sarà necessario ricorrere ad una quotazione in borsa per ottenere la liquidità necessaria a proseguire.

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