Da qualche tempo sentiamo parlare di lettori di impronte digitali integrati nello schermo, una soluzione che secondo molti sarebbe auspicabile per eliminare cornici frontali e avere una maggiore comodità nello sblocco dello smartphone. Eppure anche un colosso come Samsung non si arrischia a commercializzare questa soluzione, e Huawei ha deciso di utilizzarla esclusivamente sul modello Porsche Design RS, su precisa richiesta dello studio di design.

Cosa frena i produttori dall’utilizzare i lettori integrati nel display? Secondo una fonte di DDay, i colpevoli sono gli schermi OLED, indispensabili per il funzionamento della tecnologia che con il tempo, proprio per la loro natura organica, subiscono delle variazioni nella propria struttura, rendendo alla fine impossibile la lettura delle impronte.

Un sensore di questo tipo fatica a riconoscere le impronte già dopo sei mesi di vita e dopo due anni non sarebbe assolutamente in grado di funzionare. Huawei ha deciso di ridurre la soglia di errore della propria unità per renderlo utilizzabile più a lungo, a scapito della precisione.

Riducendo ulteriormente il numero di campioni acquisiti cala però la sicurezza, quindi c’è il rischio che lo smartphone possa essere sbloccato troppo facilmente. È possibile che le nuove generazioni di lettori possano ovviare a questo problema con nuovi materiali o con soluzioni più evolute, ma per il momento questi sono i vincoli tecnologici che frenano l’espansione dei lettori di impronte digitali integrati nello schermo.