Capita sempre più spesso che istituti di ricerca ed Università più o meno prestigiose dedichino il loro tempo ad alcune indagini che all’apparenza possono sembrare banali, ma che ci aiutano a comprendere meglio la tecnologia che utilizziamo tutti i giorni. È il caso, ad esempio, di un recente studio dell’Università di Toronto che ha voluto verificare la bontà delle applicazioni di fitness tracking presenti sui nostri smartphone.

Lo studio ha coinvolto tre popolari applicazioni di fitness tracking come Runtastic, Moves e Accupedo i cui risultati sono stati confrontati con un pedometro Yamax SW-200. A differenza dei fitness tracker, la cui precisione sta velocemente aumentando negli ultimi tempi, le applicazioni che sfruttano il GPS e l’accelerometro presenti nei nostri smartphone si sono rivelate inaffidabili, sovrastimando in maniera esagerata i passi percorsi.

Il test prevedeva la misurazione di 20 passi su un terreno piatto, la salita di 40 gradini e un test reale on applicazione e pedometro da utilizzare per almeno 10 ore nell’arco di tre giorni. Anche se nessuno dei metodi utilizzati si è rivelato preciso in maniera assoluta, le applicazioni di fitness tracking hanno fornito dei risultati alterati in eccesso. La cosa peggiore è che non c’è una logica nella sovrastima per cui risulta difficile tradurre i risultati ottenuti in cifre vicine alla realtà.

Le ovvi conclusioni dello studio consigliano l’uso di applicazioni di fitness tracking per smartphone come motivatori per una maggiore mobilità e come agenda per quantificare il tempo speso in attività fisiche, mentre per ottenere delle misurazioni più precise sarà necessario rivolgersi ad altre strumentazioni.

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