La Commissione Europea ha smentito che siano previsti ritardi o modifiche sostanziali al piano per abolire le tariffe di roaming in Europa. Anche i piani proposti dalla presidenza italiana dell’Unione Europea sarebbero parzialmente errati o in accordo con i piani precedenti.

La Commissione Europea ha affermato che “gli italiani non stanno suggerendo di ritardare la fine delle tariffe di roaming, ma stanno solo cercando di portare avanti altri elementi del pacchetto mentre si discutono i dettagli su come terminare il roaming, è normale che non tutti i dettagli siano già scritti allo stadio attuale.”

La parte che più aveva colpito era la presenza di una clausola che permetteva agli operatori di esigere un pagamento una volta superata una soglia di “uso equo” del roaming. Di fatto, però, questa non è una novità introdotta dal governo italiano, ma “una clausola presente da sempre nella proposta e non significa che dovrete pagare di più, ad eccezione di alcune circostanze estreme, e anche in quel caso la clausola esisterà solo temporaneamente”.

Tutto è bene quel che finisce bene? Per una volta sì: tutte le parti, esclusi gli operatori, sono d’accordo che il roaming deve finire e così sarà, fine del discorso. Gli operatori dicono che con l’abolizione del roaming non avranno più soldi per fare investimenti, ma la Commissione Europea ha risposto dicendo che “anche se il roaming fosse 10 volte più costoso [per i cittadini] non ci sarebbe neanche lontanamente abbastanza guadagno derivante da essi per finanziare i miglioramenti delle reti. Dall’altro lato i proventi del roaming non vanno a finanziare i miglioramenti, ma vanno per la maggior parte nelle tasche degli azionisti.”

Questo chiude un po’ il cerchio: gli operatori dovranno arrendersi e adeguarsi alle nuove direttive dell’Unione. Per la gioia dei cittadini che viaggiano.

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