Internet è uno strumento dalle infinite potenzialità ma non tutti i naviganti possono accedervi a causa di alcune limitazioni imposte dai governi dei rispettivi paesi.

Il terzo millennio viene definito da alcuni come “l’era 2.0” o “l’era digitale“, era in cui alcuni paesi non sono ancora potuti entrare a causa di vincoli e limiti imposti dal potere governativo. Nel 2016, anno in cui le teorie economiche e sociali sono state ridefinite, anno in cui la teoria dei sei gradi di separazione si è ridotta a zero gradi, anno in cui la libertà dovrebbe essere un valore imprescindibile, non tutti gli abitanti del nostro pianeta hanno gli stessi diritti di accesso alla rete.

A riportare i dati in questione è l’organizzazione non governativa Freedom House, che ha analizzato la situazione relativa alle limitazioni imposte sulla rete in 65 paesi del mondo. I dati si riferiscono al periodo che va da giugno 2015 a 2016 e i soggetti coinvolti nello studio sono quantificabili nell’88% dei possibili navigatori della rete.

L’interpretazione dei dati permette di affermare che, nonostante gli anni passino, i diritti garantiti ai navigatori di internet sono in continua diminuzione. Negli ultimi mesi i governi di 24 paesi hanno bloccato l’utilizzo di alcuni social, mentre nel 2015 solo 15 paesi hanno adottato questa tipologia di misure restrittive. Tra i paesi analizzati, ben 34 su 65 hanno subito delle limitazioni nell’utilizzo libero della rete negli ultimi anni, come ad esempio Bangladesh, Uganda, Libia, Ecuador mentre il Brasile è stato declassato da “Paese libero” a “Paese parzialmente libero” e la Turchia da “Paese parzialmente libero” a “Paese non libero”.

Lo stato dove i diritti vengono maggiormente limitati continua ad essere la Cina, seguita da Siria e Iran. Risulta essere inconcepibile il fatto che nel 2016 venga proibito l’utilizzo di applicazioni come Whatsapp e Telegram, come avviene in Bahrain, Bangladesh e Ethiopia.

L’Italia viene classificato come Paese libero considerato il fatto che non sono presenti particolari limitazioni all’utilizzo legale della rete mentre la situazione potrebbe cambiare nettamente negli Stati Uniti dopo la recente elezione del nuovo presidente.

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