IBM ha sviluppato una tecnologia di archiviazione ottica in grado di poter sostituire le comuni memorie RAM e le memorie flash negli smartphone del futuro; si basa sulla già nota Phase-Change Memory (PCM), una tecnologia fino ad ora considerata troppo costosa per essere implementata sugli smartphone, e che sfrutta una corrente elettrica per scrivere e leggere i dati da un vetro amorfo.

La PCM è già stata utilizzata per ben 15 anni, e IBM non ha solo trovato il modo per diminuire i costi della stessa, ma anche come aumentare i dati immagazzinabili anche ad alte temperature; la dimostrazione di fattibilità è avvenuta nella giornata di ieri durante l’IEEE International Memory Workshop a Parigi, mostrando come questa tecnologia possa ora concorrere con i rivali e essere meno costosa di una memoria DRAM.

A differenza delle memorie RAM alle quali siamo abituati, la PCM non perde i dati memorizzati una volta che viene tolta l’alimentazione; l’unione di questa tecnologia con le già note memorie flash potrebbe consentire miglioramenti anche nella velocità, con IBM convinta di poter avviare un dispositivo in un secondo (se il sistema operativo è “salvato” all’interno di una memoria PCM).

Senza lanciarci troppo in dettagli tecnici, è chiaro come una tecnologia con queste possibilità potrà nei prossimi anni sconvolgere il mondo degli smartphone e i nostri usi abituali; voi che ne pensate? Fatecelo sapere con un commento qui sotto.

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