Fino a qualche tempo fa vedere una persona che parlava al proprio smartphone, chiedendogli le previsioni del tempo, dettandogli un SMS o registrando un promemoria, ci avrebbe fatto sorridere, additando il “malcapitato” come se fosse un povero demente.

Con l’avvento dei nuovi smartphone l’utilizzo di un assistente vocale sta diventando ormai una abitudine per molti, soprattutto con gli smartwatch dove l’interazione è più difficoltosa. Questo non significa che le nuove funzioni di riconoscimento vocale siano molto utilizzate, almeno per quanto riguarda Android.

Nonostante il livello qualitativo raggiunto da Google Now, l’assistente vocale del robottino verde, solamente il 30% degli utenti Android usa il riconoscimento vocale, contro il 55% degli utenti iOS. La peculiarità di Google Now però è quella di non essere un “semplice” assistente vocale, quanto piuttosto un aiutante virtuale sempre pronto a suggerirci informazioni utili.

Complessivamente ammonta al 39% la percentuale di utenti che utilizzano le funzioni di riconoscimento vocale, mentre andando ad analizzare la fascia di età tra i 18 ed i 24 anni tale percentuale sale al 48%, segno sempre più evidente che le nuove generazioni sono più a loro agio con le nuove tecnologie.

Per molti permane comunque un senso di imbarazzo, soprattutto in presenza di altre persone, visto il rischio di essere scambiato per un esibizionista o una persona a cui manca qualche rotella. Voi parlate abitualmente al vostro smartphone o smartwatch o preferite i metodi di input più tradizionali? Fatecelo sapere nel box dei commenti.

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