Non solo le vendite degli smartwatch faticano a decollare ma nel corso del 2016 stiamo assistendo ad un rapido calo nelle vendite, evidente già nel secondo trimestre e confermato in maniera ancora più marcata nel terzo trimestre. Se il trimestre aprile-giugno 2016 aveva visto un calo del 32% nelle vendite rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, il trimestre successivo, chiusosi a settembre, ha fatto registrare un passo indietro del 51,6% rispetto al 2015.

Attore principale di questo calo sembra essere Apple Watch, con le vendite della nuova generazione iniziate da poco e che non sembrano in grado di sovvertire questa tendenza. A questo dati di somma la generale “vecchiaia” dei dispositivi con Android Wear visto che quest’anno sono state davvero pochissime le novità presentate in questo settore.

Molti addetti ai lavori ipotizzavano un minor impatto del fattore tempo sugli smartwatch, che non dovrebbero invecchiare così rapidamente, ma sembra che gli utenti non la pensino allo stesso modo e il ritardo di Android Wear 2.0 non sembra favorire la ripresa. Nonostante questo alcune compagnie, Fossil su tutte, si impegnano a lanciare un numero elevato di dispositivi sul mercato, anche se pochi di questi dispongono di Android Wear e sono per la maggior parte modelli ibridi.

Oltre al classico caso del cane che si morde la coda, le vendite latitano a causa delle poche app disponibili e gli sviluppatori aspettano un incremento delle vendite, sembra che gli smartwatch abbiano già passato il loro momento di gloria e siano destinati a rimanere un prodotto di nicchia. L’unica eccezione è rappresentata dai produttori di indossabili destinati al fitness, Garmin su tutti, che sembrano essere saldamente ancorati sulle proprie posizioni riuscendo a mantenere livelli di vendite apprezzabili.

L’ultima ancora di salvezza per un mercato che sembra agonizzante potrebbe essere rappresentata da Google con Android Wear e i due smartwatch che dovrebbero essere presentati nei primi mesi del 2017.