Se utilizzate abitualmente un assistente vocale, che sia Google Now, Siri o Cortana, vi sarete accorti che spesso e volentieri vengono riconosciute parole sbagliate o l’intera frase viene percepita in modo errato. La colpa non è del software, sufficientemente evoluto per distinguere anche le inflessioni più marcate, quanto piuttosto di un piccolo componente che da troppo tempo non viene aggiornato negli smartphone: il microfono.

L’industria del settore è ferma al 2012 e i produttori hanno pensato di migliorare tutto il resto utilizzando però microfoni MEMS (microelectromechanical systems) che non sono in grado di rimuovere i rumori di fondo e non percepiscono le parole che non vengono pronunciate da vicino.

Il leader assoluto nella produzione di microfoni MEMS è una compagnia di nome Knowles che lo scorso anno ha prodotto oltre 1,4 miliardi di dispositivi. Il produttore sta lavorando ad un nuovo algoritmo in grado di migliorare il riconoscimento vocale riducendo nel contempo il consumo energetico. Altre compagnie stanno lavorando a microfoni che usano la tecnologia piezoelettrica flessibile allo scopo di eliminare le attuali griglie che raccolgono polvere e sporco finendo per peggiorare le prestazioni dei microfoni MEMS.

Alcuni produttori di smartphone hanno provato ad incrementare il numero di microfoni (Motorola DROID Turbo 2 ne ha addirittura cinque) senza però ottenere risultati apprezzabili. Servirà dunque una nuova generazione di microfoni affinché gli assistenti vocali possano esprimere tutte le loro potenzialità.