Negli ultimi tempi un nuovo fenomeno si è affacciato anche in Italia, coinvolgendo numerosi cittadini: telefonate sospette provenienti da numeri con il prefisso internazionale della Grecia, il +30 o 0030.

Purtroppo, è solo l’ennesima variante di una truffa telefonica che ha già colpito in passato utilizzando altri prefissi esteri, come quelli di Francia e Paesi Bassi. La tecnica è sempre la stessa, ma l’efficacia purtroppo non diminuisce, complice la curiosità delle persone e l’apparente innocuità di una semplice chiamata.

Proviamo a riassumere come funziona questo meccanismo e come possiamo difenderci.

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Un meccanismo collaudato che si ripete ciclicamente

Il modus operandi dei truffatori segue schemi ben rodati. Chi risponde a queste chiamate si trova spesso dall’altra parte una voce sintetica, che si presenta come un operatore di telemarketing oppure come un incaricato di un’azienda inesistente.

L’obiettivo è sempre lo stesso: convincere la vittima che può ottenere vantaggi speciali, offerte imperdibili o premi inaspettati. In realtà, dietro queste promesse si nasconde l’intento di carpire informazioni personali sensibili o di indurre la persona a richiamare numeri a pagamento.

Il rischio principale è dunque duplice.

Da un lato c’è la possibilità di subire un furto d’identità, con tutte le conseguenze che ne derivano in termini di utilizzo fraudolento dei propri dati. Dall’altro lato, si può incappare in altre forme di frode online, che vanno dal prosciugamento del credito telefonico a costi imprevisti in bolletta.

Ecco, pertanto, che la raccomandazione degli esperti è ben giustificata: non rispondere a chiamate provenienti dal prefisso greco, a meno che non si abbiano effettivi contatti con persone residenti in Grecia e si stia aspettando una loro telefonata.

Una truffa telefonica con diversi profili (e tutti sono pericolosi)

I truffatori che organizzano queste frodi utilizzano strategie diversificate, adattandosi alle circostanze e sfruttando le debolezze psicologiche delle potenziali vittime.

Una delle tecniche più diffuse è quella conosciuta con il termine giapponese Wangiri, che letteralmente significa “uno squillo e via“. Il meccanismo è semplice e intuibile dal suo stesso nome: il truffatore effettua una chiamata che dura solo pochi secondi, giusto il tempo per far apparire una chiamata persa sul telefono della vittima.

La curiosità fa il resto. Molte persone, vedendo una chiamata persa da un numero sconosciuto, sono portate a richiamare per capire chi sia. Ed è proprio qui che scatta la trappola: il numero è collegato a servizi a pagamento con tariffazione maggiorata, e bastano pochi secondi di conversazione per generare costi elevati.

Un’altra variante che si sta dimostrando efficace è quella delle finte vincite. La vittima viene contattata con la notizia di aver vinto un premio, un buono regalo o una somma di denaro. Naturalmente, per riscuotere il premio (inesistente), è necessario pagare una piccola commissione o cliccare su un link per completare la procedura online. Il link porta però a siti malevoli progettati per rubare dati personali o installare malware sul dispositivo.

Non meno pericolosa è la strategia della paura psicologica. In questo caso, la vittima riceve una comunicazione che finge di provenire da enti ufficiali come banche, poste o compagnie telefoniche. Il messaggio è sempre caratterizzato da un tono di urgenza: bisogna pagare immediatamente una fattura non saldata, sbloccare un pacco fermo alla dogana o verificare un’operazione sospetta sul proprio conto corrente.

L’urgenza è studiata appositamente per ridurre il tempo di riflessione della vittima, spingendola ad agire d’impulso senza verificare l’autenticità della richiesta.

Le truffe più elaborate e sofisticate

Fin qui, quelle che potremmo definire varianti “tradizionali”. Esistono poi varianti ancora più elaborate, che richiedono un investimento di tempo maggiore da parte dei truffatori ma che possono risultare estremamente redditizie.

Tra queste segnaliamo le false opportunità di lavoro o di investimento, che hanno trovato larga diffusione in Italia. La vittima viene contattata con proposte apparentemente vantaggiose: un lavoro da remoto ben retribuito, un investimento in criptovalute con rendimenti straordinari, o opportunità di business che sembrano troppo belle per essere vere. E infatti non lo sono: dietro queste proposte si nascondono richieste di denaro anticipato per costi di registrazione, o la raccolta sistematica di informazioni personali che verranno poi utilizzate per altri scopi fraudolenti.

Non possiamo poi non citare anche le truffe sentimentali, ancora più insidiose poiché in grado di sfruttare la sfera emotiva delle persone.

In questi casi, il truffatore investe settimane o addirittura mesi per instaurare una relazione emotiva con la vittima, solitamente attraverso piattaforme di messaggistica o social network. Una volta conquistata la fiducia della persona, il criminale inventa un’emergenza personale – un problema di salute, difficoltà economiche improvvise, la necessità di pagare un viaggio per potersi finalmente incontrare – e chiede un aiuto economico. Le vittime, emotivamente coinvolte, spesso cedono senza rendersi conto di essere state manipolate.

Come proteggersi dalle truffe vecchie e nuove

La protezione più efficace contro queste truffe è la consapevolezza e l’adozione di comportamenti prudenti. La regola fondamentale è semplice: non rispondere a numeri sconosciuti con prefissi internazionali, soprattutto se non si hanno motivi per aspettarsi chiamate dall’estero. Se si riceve uno squillo che si interrompe immediatamente, la tentazione di richiamare per curiosità deve essere resistita, perché si tratta quasi certamente di un tentativo di truffa con la tecnica Wangiri.

Particolare attenzione va prestata anche ai messaggi ricevuti su piattaforme come WhatsApp, Telegram o altri servizi di messaggistica istantanea. Se arriva un messaggio da un numero con prefisso straniero sconosciuto, è fondamentale non aprire eventuali link condivisi e non fornire mai informazioni personali. Il contatto dovrebbe essere immediatamente bloccato e segnalato alla piattaforma utilizzando le apposite funzioni di segnalazione, in modo che il servizio possa prendere provvedimenti e proteggere anche altri utenti.

Aiutarsi con gli strumenti tecnologici di difesa

La tecnologia moderna offre anche strumenti automatici di protezione. La maggior parte degli smartphone più recenti dispone ad esempio di filtri anti-spam che possono essere attivati nelle impostazioni. Certo, i sistemi non sono infallibili e non garantiscono una protezione totale, ma aiutano comunque a ridurre il numero di chiamate moleste che raggiungono effettivamente l’utente. Ricordiamo anche che alcuni operatori telefonici offrono servizi specifici di identificazione e blocco delle chiamate sospette, che possono essere attivati gratuitamente o a pagamento.

È importante ricordare che nessuna banca, ente pubblico o azienda seria chiede mai informazioni sensibili come password, codici PIN o dati della carta di credito attraverso una telefonata non richiesta. Se si riceve una chiamata di questo tipo, anche se il numero sembra provenire dall’Italia, la cosa migliore è riagganciare e contattare autonomamente l’istituzione di riferimento attraverso i canali ufficiali per verificare se effettivamente c’era bisogno di mettersi in contatto.