Spotify continua ad ampliare la propria presenza nel mondo dell’intelligenza artificiale, questa volta portando la musica direttamente dentro ChatGPT.
Da questa settimana, gli utenti possono collegare il proprio account Spotify all’app di OpenAI e chiedere all’assistente di creare playlist personalizzate, suggerire nuove canzoni o cercare brani di artisti specifici, tutto con una semplice richiesta testuale.
L’integrazione è disponibile sia per gli utenti Free che Premium, anche se con funzioni differenti, e sarà distribuita progressivamente in oltre 145 Paesi.
Indice:
Un assistente musicale sempre più intelligente
Una volta collegato l’account Spotify, ChatGPT può attingere direttamente al catalogo musicale della piattaforma, chiedendo di riprodurre artisti, album o creare direttamente playlist in base all’umore e al momento della giornata.
ChatGPT risponderà con una lista di brani generata in tempo reale, completa di titoli, artisti e miniature delle copertine, all’interno di una scheda in stile widget Spotify. Da lì, basterà un tocco per aprire il contenuto direttamente nell’app Spotify, oppure, se si tratta di una playlist nuova, selezionare “Apri in Spotify” per visualizzarla e salvarla.
Spotify ha previsto due diversi livelli di integrazione a seconda del tipo di account:
- Utenti Free: possono usare ChatGPT per accedere e ascoltare le playlist curate da Spotify, come Discover Weekly o New Music Friday, che vengono aggiornate rispettivamente ogni lunedì e venerdì.
- Utenti Premium: possono andare oltre, collaborando con ChatGPT nella creazione di playlist personalizzate, basate su umore, tema o genere musicale, con una libertà paragonabile alle funzioni già viste su Gemini o sul DJ AI della piattaforma.
La differenza principale, dunque, è che gli utenti Premium possono realmente creare insieme all’assistente un’esperienza d’ascolto su misura.
Come funziona l’integrazione
Il sistema si basa su un’estensione ufficiale integrata nell’app di ChatGPT, che consente di collegare il proprio account Spotify al primo prompt. Dopo aver concesso i permessi, ChatGPT può consultare il profilo utente e fornire suggerimenti personalizzati, utilizzando le API pubbliche di Spotify.
L’approccio è simile a quello già sperimentato con Gemini di Google, dove Spotify aveva introdotto un’estensione che permetteva di chiedere all’assistente di riprodurre brani, album o playlist specifiche, e persino di trovare musica nuova basata sui gusti personali.
Ora però l’esperienza è ancora più fluida, perché avviene direttamente dentro ChatGPT, senza bisogno di passare da un’app all’altra.
Spotify descrive questa nuova integrazione come un modo per rendere la scoperta musicale più naturale e conversazionale. L’obiettivo è quello di eliminare la necessità di digitare ricerche o navigare tra menu, lasciando che sia l’utente a descrivere ciò che desidera, come “musica per concentrarsi” o “hit indie del 2010”, e che sia l’IA a fare il resto.
Questo approccio si inserisce nella strategia più ampia dell’azienda per un’esperienza “personalizzata e predittiva”, che include strumenti come AI DJ, Mix giornalieri, Daylist e, da settembre, la tanto attesa modalità Lossless Listening per la riproduzione in qualità CD.
Il tempismo di rilascio di queste funzioni non è casuale e si inserisce in concomitanza con il lancio dell’audio lossless, a dimostrazione di come l’azienda voglia potenziare la propria offerta premium per gli audiofili e al contempo abbattere alcune barriere d’ingresso nel piano gratuito, attraendo nuovi utenti nell’ecosistema che un giorno potrebbero decidere di sottoscrivere un abbonamento.
Disponibilità globale
La funzione “Spotify in ChatGPT” è in rollout su Android a partire da questa settimana e sarà disponibile per tutti gli account ChatGPT, Free, Plus e Pro, a patto di essere collegati al proprio profilo Spotify. Spotify conferma che il lancio riguarda più di 145 Paesi, segno dell’intento di portare l’esperienza AI musicale su scala globale.
Questa integrazione non è solo un esperimento tecnico, ma un tassello nella strategia di espansione dell’ecosistema Spotify verso le piattaforme di intelligenza artificiale più diffuse.
Dopo aver stretto partnership con Google e OpenAI, è probabile che il servizio venga presto esteso anche ad altri assistenti, consentendo di ascoltare musica su misura ovunque ci si trovi, semplicemente chiedendo all’IA.
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