Negli ultimi anni l’intelligenza artificiale è diventata uno dei terreni di competizione più accesi tra Android e iOS, con un costante susseguirsi di novità dedicate a semplificare le attività quotidiane degli utenti e a rendere gli smartphone sempre più intelligenti; tuttavia, l’innovazione software, per quanto determinante, non può prescindere da un hardware in grado di sostenere carichi di lavoro sempre più complessi. Proprio in quest’ottica si inserisce la notizia che Arm sta per introdurre sulle CPU mobili di prossima generazione l’estensione Scalable Matrix Extension 2 (SME2), una tecnologia che promette di cambiare radicalmente le prestazioni dell’IA su Android e che, almeno per ora, potrebbe lasciare Apple un passo indietro nel settore smartphone.

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Cos’è SME2 e perché è importante

Come molti di voi sapranno, i moderni algoritmi di intelligenza artificiale (dal riconoscimento immagini alla generazione di testo) si basano su operazioni matematiche matriciali estremamente complesse, infatti le architetture CPU Armv9 hanno iniziato a introdurre SME proprio per accelerare questo tipo di calcoli; con SME2 l’azienda britannica ha puntato a rendere queste capacità non solo più potenti ma anche più scalabili, così da poterle integrare in dispositivi mobili come smartphone e tablet.

Secondo Arm, l’adozione di SME2 consentirà di eseguire attività di inferenza IA in temo reale, con un miglioramento sostanziale delle operazioni più pesanti; basti pensare che, con SME2 attivo, un modello linguistico di Google come Gemma 3 riesce a generare il riepilogo di un testo da 800 parole in meno di un secondo su un singolo core CPU, velocità impensabili fino a qualche tempo fa.

Stando a quanto emerso, la nuova linea di CPU Lumex (che sostituirà il marchio Cortex) sarà la prima a portare SME2 in modo diffuso su smartphone Android di fascia alta, è probabile che vedremo questi core al’interno di SoC come il MediaTek Dimensity 9.500 e le future generazioni di Samsung Exynos, mentre la famiglia Tensor di Google potrebbe dover attendere il 2026 per implementare questa innovazione.

Situazione più incerta invece per Qualcomm, il prossimo Snapdragon di fascia alta dovrebbe limitarsi a supportare SME1 e SVE2, che rappresentano comunque un netto passo avanti rispetto alla generazione attuale, ma senza le capacità di SME2.

È curioso notare come, sebbene Apple abbia già implementato SME2 sui chip M4 negli iPad più recenti, la stessa tecnologia non sia ancora stata introdotta sugli iPhone, ciò potrebbe tradursi in un significativo vantaggio competitivo per i flagship Android della prossima ondata, che potranno contare su elaborazioni IA più rapide ed efficienti senza dover ricorrere a NPU dedicate o a complesse ottimizzazioni software.

In altre parole, molte delle operazioni che oggi avvengono nel cloud, come il riepilogo di un documento o la traduzione in tempo reale, potrebbero essere gestite interamente in locale, con enormi benefici in termini di latenza, privacy e autonomia energetica.

Dal punto di vista degli utenti finali, l’arrivo di SME2 si tradurrà in prestazioni superiori per attività come la creazione di riassunti testuali, la generazione vocale in tempo reale, la traduzione sul dispositivo, il riconoscimento immagini avanzato e l’assistenza contestuale sempre più proattiva.

Per gli sviluppatori la transizione sarà estremamente semplice, chi già utilizza la libreria KleidiAI di Arm non dovrà modificare il codice, perché l’abilitazione dell’hardware SME2 avverrà in automatico; anche XNNPACK di Google, così come framework popolari come ONNX e llama.cpp, sono già pronti a sfruttare queste istruzioni evolute. In questo modo, anche le app più piccole potranno beneficiare dell’accelerazione IA senza dover riscrivere completamente i propri modelli.

Sebbene Arm non abbia fornito una roadmap dettagliata, i primi smartphone Android dotati di CPU Lumex e supporto SME2 potrebbero arrivare nei prossimi mesi, probabilmente a cavallo tra fine 2025 e inizio 2026; si tratta dunque di una transizione imminente, che cambierà il panorama della competizione tra Android e iOS.

Apple dal canto suo, potrà contare su chip A18 basati su Armv9.2, che potrebbero a loro volta integrare SME2 nella prossima generazione di iPhone; tuttavia, fino a quando ciò non sarà confermato, Android sembra destinato a portarsi avanti nella corsa all’intelligenza artificiale su dispositivi mobili.

In un contesto dove IA, performance e autonomia energetica diventano sempre più determinanti per l’esperienza utente, l’arrivo di SME2 segna un punto di svolta significativo per l’ecosistema Android; gli utenti dovranno però pazientare ancora qualche mese per vedere questi miglioramenti concretizzarsi nei prodotti di fascia alta.