Google ha iniziato il rilascio di una nuova funzionalità che porta il suo sistema di allerta terremoti anche sugli smartwatch con Wear OS. Dopo essere stato introdotto sugli smartphone Android nel 2020, il sistema sismico del colosso di Mountain View arriva ora direttamente al polso degli utenti, offrendo notifiche tempestive in caso di scosse imminenti.

La novità è inclusa nella versione 25.21 dei Google Play Services, ed è pensata per avvisare l’utente quando un terremoto nelle vicinanze è in grado di provocare scuotimenti significativi. Le notifiche mostreranno informazioni essenziali come la magnitudo stimata e la distanza dall’epicentro. Questo tipo di avviso potrebbe rivelarsi particolarmente utile per chi utilizza uno smartwatch con connettività cellulare, magari durante un’attività sportiva o mentre si è lontani dallo smartphone.

Il funzionamento si basa sulla stessa rete distribuita già attiva su Android: milioni di telefoni, attraverso i loro sensori, inviano dati che vengono elaborati per rilevare in tempo reale la presenza di onde sismiche. In caso di evento rilevante, il sistema genera un avviso prima che le onde di scuotimento arrivino sul luogo interessato. Anche se si tratta di un preavviso di pochi secondi, può essere sufficiente per mettersi in sicurezza o evitare situazioni rischiose.

Google non ha rilasciato una comunicazione ufficiale, ma il riferimento all’arrivo delle notifiche su “Wear OS” è stato individuato nelle note di rilascio dei Google Play Services, confermando quanto già emerso nei mesi scorsi durante alcune analisi preliminari del codice.

Il rollout, come spesso accade, sarà graduale e potrebbe impiegare alcuni giorni per raggiungere tutti i dispositivi compatibili. Non è richiesta alcuna attivazione manuale, infatti se lo smartwatch è aggiornato e supporta il servizio, riceverà automaticamente le notifiche in caso di terremoto rilevato nella zona.

L’arrivo di questa funzione rappresenta un ulteriore passo avanti nell’integrazione tra sicurezza e tecnologia indossabile, rafforzando l’ecosistema Android con uno strumento discreto ma potenzialmente vitale per gli utenti.