Più di 300 milioni di persone condividono ogni anno le loro esperienze su Google Maps, aiutandone altre a trovare indicazioni e informazioni su più di 250 milioni di luoghi intorno al mondo. Con milioni di recensioni, foto e dettagli da pubblicare o aggiornare ogni giorno, Google ha investito molto per far sì che le informazioni siano accurate e che i contenuti falsi e gli abusi vengano rimossi prontamente, e oggi ci spiega tre modi che impediscono l’invio di contenuti che violano le norme. Nel frattempo torniamo a parlare del nuovo design di Google Maps che ad alcuni non è andato giù: tra questi anche Elizabeth Laraki, ex designer proprio di Maps, che ha spiegato cosa c’è secondo lei che non va nell’attuale app.
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Tre modi con cui Google Maps blocca i contenuti che violano le norme
Google ha già condiviso qualche mese fa alcuni dei metodi utilizzati dalle sue tecnologie automatizzate per individuare le recensioni false prima che vengano effettivamente viste dagli utenti. In queste ore ha pubblicato un post sul suo blog ufficiale per condividere tre modi per impedire l’invio di contenuti che violano le norme.
I sistemi di Big G sono sempre attivi per monitorare situazioni insolite nei contenuti. Quando viene rilevata un’eventuale attività sospetta, Google può agire rapidamente per implementare protezioni per la prevenzione di ulteriori abusi. Questo può includere qualsiasi cosa, come la rimozione di contenuti che violano le norme, ma anche la disabilitazione temporanea di nuovi contributi. Ad esempio, viene spiegato, durante quest’anno la casa di Mountain View ha notato una quantità sospetta di recensioni da 1 stella per un bar in Missouri, e ha temporaneamente disabilitato la funzione di valutazione per effettuare verifiche sugli account che hanno rilasciato le stesse e procedere alla rimozione delle recensioni oltre le norme.
Google Maps protegge proattivamente i luoghi nei periodi in cui è previsto un aumento dei contenuti fuori tema e inutili. Un esempio? Nel periodo delle elezioni, i seggi elettorali tendono a ricevere contributi assolutamente non correlati con l’effettiva esperienza nella visita di determinati luoghi; di conseguenza, nel 2020, negli Stati Uniti ha limitato la possibilità di suggerire modifiche a numeri di telefono, indirizzi e altre informazioni per luoghi come i siti di voto, in modo da evitare la diffusione di disinformazione.
Ci sono poi protezioni a lungo termine per i luoghi nei quali spesso vengono scovati contributi costantemente inutili, dannosi o fuori tema. Tra questi alcuni luoghi dove le persone si recano senza scelta o luoghi accessibili solo alle persone lì assegnate, come stazioni di polizia o carceri. In alcuni casi, Google avvisa gli utenti quando i contribuiti per determinati luoghi non possono essere accettati.
Insomma, per garantire contributi il più possibile veritieri, Google è costretta a restare costantemente impegnata e a non abbassare mai la guardia. Big G ci tiene a sottolineare che continuerà a migliorare e a sviluppare le sue tecnologie, per mantenere Maps utile e affidabile.
Un’ex designer di Google Maps critica l’attuale applicazione
Come avrete notato, in questi giorni Google Maps ha aggiornato la tavolozza dei colori delle sue mappe (anche su Android Auto), con una nuova combinazione di colori composta da blu acqua, verde menta e grigio. Non tutti stanno apprezzando questo cambiamento, e tra questi proprio un’ex designer di Maps, Elizabeth Laraki, che ha contribuito a una delle prime versioni ormai diversi anni fa. La donna ha affidato a X il suo pensiero al riguardo, che non si è limitato al giudizio sul cambio cromatico.
“La scorsa settimana, il team ha cambiato radicalmente il design visivo della mappa. Non lo adoro. Sembra più freddo, meno preciso e meno umano. Ma, cosa ancora più importante, hanno perso un’opportunità chiave per semplificare e ridimensionare“.
Come abbiamo visto in questi giorni, Google Maps offre ora strade grigie, acque dalla tonalità più azzurra/verde acqua e zone verdi con una sorta di verde menta. Le critiche non riguardano solo queste scelte, ma anche l’eccessiva quantità di elementi all’apertura della mappa: in effetti abbiamo la barra di ricerca in alto, le pillole per filtrare i luoghi, il meteo (non per tutti), la bussola, il tasto per cambiare la tipologia di mappa, la barra in basso con gli ultimi aggiornamenti, la barra di navigazione e non solo. Secondo Laraki ci sono troppe cose: “La mappa dovrebbe essere un patrimonio sacro“, ha proseguito. “Solo le cose che sono molto utili per molte persone dovrebbero oscurarla“. La designer ha anche pubblicato qualche immagine che fornisce un paio di idee per migliorare l’attuale Google Maps.



La massima priorità deve andare alla barra di ricerca e alle indicazioni stradali. I pulsanti per l’attuale posizione e altri elementi potrebbero essere spostati altrove, magari inclusi nella barra inferiore. Sicuramente così la schermata si presenterebbe più pulita e ordinata, ma non tutti potrebbero apprezzare i passaggi aggiuntivi richiesti per alcune funzioni. A questo punto vi chiediamo: preferite i nuovi colori di Google Maps o quelli vecchi? Vi piacerebbe un’app con una schermata simile a quella qui sopra o siete d’accordo con quanto fatto da Google? Fateci sapere la vostra.
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