E’ innegabile quanto ormai la sicurezza informatica sia importante, gran parte delle nostre vite si basa ed è collegata al web, senza una connessione internet ormai possiamo fare ben poco. Molti purtroppo non prestano la dovuta attenzione a questo aspetto, vuoi per scarse conoscenze in materia, vuoi perché tanto “non capita a me”.

Tutti noi abbiamo almeno una volta ricevuto email o sms per così dire truffaldini, il vero problema è che ,come tutto, anche le truffe e i tentativi di phishing si evolvono; ricorderete il recente caso dell’sms di Poste Italiane in cui si paventava l’accesso al proprio conto da un dispositivo sconosciuto. Questo è un ottimo esempio su cui puntare l’attenzione non solo perché questi messaggi sono scritti sempre meglio, ma soprattutto perché in questo caso il messaggio arrivava da un numero riconosciuto come quello che Poste utilizza per le proprie comunicazioni (ATTENZIONE: nessuna banca o istituto finanziario chiederà mai i vostri dati tramite email o SMS).

Gli sforzi di Qualcomm per aumentare la nostra sicurezza

Durante lo Snapdragon Summit tenutosi alle Hawaii, Qualcomm ha invitato i giornalisti per una dimostrazione: è stata approntata una postazione in grado di ricreare uno Stingray, ovvero un falso ripetitore per le telecomunicazioni, sempre più usato dai truffatori per i loro scopi illeciti. Ma come funziona? In pratica lo Stingray si finge ripetitore e “attrae” il vostro dispositivo fornendogli una potenza di segnale maggiore della cella legittima a cui siete collegati, nascondendogli inoltre la liste delle alternative a cui connettersi; in questo modo è possibile inviare sul vostro smartphone un SMS contenete un link a siti fraudolenti, sembrando però del tutto legittimo (ricordiamo che gli SMS non sono crittografati e di conseguenza sono più esposti ad attacchi del tipo man-in-the-middle).

Lo scopo di Qualcomm è quello di prevenire, non essendo possibile bloccare a priori la ricezione di un SMS, si vuole impedire al nostro dispositivo di connettersi a questi falsi ripetitori; i modem dell’azienda sono infatti in grado di riconoscere queste celle grazie alle caratteristiche sopra citate (ad esempio un segnale troppo potente), bloccando così a monte il tentativo di truffa diminuendo la priorità di connessione della cella sospetta o bloccandola del tutto.

L’azienda rivela che in realtà questa non è una novità assoluta, in quando i suoi modem integravano questa tecnologia per le reti 2G, 3G e 4G già da un po’; tuttavia il nuovo modem X65 montato sullo Snapdragon 8 Gen 1 porta questa tecnologia a beneficio delle reti 5G. Qualcomm è inoltre al lavoro per rilasciare un set di API agli sviluppatori, in modo che possa essere direttamente integrato nelle applicazioni un ulteriore sistema di blocco delle connessioni sospette; ad esempio un app di messaggistica potrebbe bloccare la ricezione di un sms qualora il telefono fosse agganciato ad una cella ritenuta poco sicura.

In conclusione, ben vengano gli sforzi delle aziende in campo per contrastare la cybercriminalità, ma siamo noi utenti i primi che, con qualche piccolo accorgimento e precauzione, dobbiamo essere in grado di tutelarci.