La “battaglia” della Lituania contro alcuni smartphone cinesi continua a far parlare di sé, con il vice ministro della Difesa che ha consigliato ai concittadini di evitare di acquistare alcuni modelli provenienti dalla Cina. Chiamata in causa con il suo Huawei P40, è entrata in gioco anche Huawei, che ha rilasciato una dichiarazione ufficiale.

Huawei risponde sul caso Lituania: “Rispettiamo le leggi di ogni Paese”

Gli smartphone di alcuni brand cinesi non solo esporrebbero a possibili cyberattacchi, ma anche a una censura su alcuni temi non particolarmente graditi in quel di Pechino. Questa è la pesantissima accusa arrivata ieri dalla Lituania nei confronti degli smartphone Xiaomi e Huawei. Vi abbiamo già riportato il comunicato di Xiaomi nella giornata di ieri, e ora è il momento di scoprire la risposta di Huawei, che respinge fermamente ogni accusa.

Huawei ha sempre aderito al principio di integrità, rispettato le leggi e i regolamenti dei Paesi in cui opera, considerato la sicurezza informatica e la protezione della privacy priorità assolute. Huawei ha, da sempre, ottimi record in termini di sicurezza informatica in oltre 170 Paesi dove serve oltre 3 miliardi di utenti”, si legge nella dichiarazione ufficiale rilasciata dal colosso cinese. Che prosegue:

I dati non vengono mai elaborati al di fuori dei dispositivi Huawei. Huawei è trasparente sui dati che raccoglie dai clienti in base al principio di minimizzazione e che utilizza al fine di migliorare la personalizzazione dei servizi e l’esperienza d’uso. Per quanto riguarda l’uso dei dati sui telefoni Huawei, AppGallery raccoglie ed elabora solo i dati necessari a consentire ai propri clienti di cercare, installare e gestire app di terze parti, allo stesso modo di tutti gli altri app store. Petal Search e AppGallery hanno ottenuto la certificazione di conformità al GDPR dallo European Privacy Seal.

Huawei chiarisce che queste app provengono da fonti disponibili pubblicamente, quindi l’utente ha la possibilità di scaricare un’app. Huawei esegue controlli di sicurezza per assicurarsi che l’utente scarichi solo app sicure e operative sui dispositivi HMS. Rispettiamo le leggi di ogni Paese in cui operiamo e teniamo molto ai nostri clienti, ai nostri partner e a tutte le persone che utilizzano e sono interessate a utilizzare la nostra tecnologia. Anche la gestione dei dati è tenuta da Huawei in grande considerazione.

Insomma, Huawei rispedisce al mittente ogni accusa e ribadisce di rispettare le leggi dei vari Paesi e il GDPR. Se siete interessati ad approfondire l’argomento potete dare uno sguardo a quest’analisi, secondo la quale l’intera vicenda potrebbe essere partita da un grande (e spiacevole) equivoco. A questo link potete invece trovare il documento integrale pubblicato dal National Cyber Security Centre.

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