Huawei continua ad essere investita dalle gravissime ripercussioni scaturite dalla sua entrata all’interno della Entity List, il famoso e tanto discusso ban USA voluto dall’amministrazione del Presidente Trump che ha portato il colosso cinese a vendere il brand HONOR per evitare di vederlo soccombere sotto il peso delle pesanti conseguenze commerciali.

Taglio degli ordini del 60% per il 2021

L’arrivo dell’amministrazione Biden potrebbe aprire uno spiraglio di speranza per Huawei, come del resto auspicato dallo stesso Ren Zhengfei, CEO e fondatore,  ma nel mentre che le parti tornino a sedersi attorno ad un tavolo, l’azienda deve gestire il contraccolpo derivante dalla impossibilità di fare affari con le aziende statunitensi.

Il risultato di questa situazione, secondo le ultime informazioni pubblicate in rete, vedrebbe il colosso cinese richiedere ai propri fornitori di ridurre del 60% gli ordini per componenti essenziali per la produzione di smartphone. Infatti, per il 2021, l’azienda avrebbe ordinato dai 70 agli 80 milioni di componenti per smartphone, di gran lunga inferiori ai 189 milioni richiesti ad esempio per il 2020.

Le informazioni indicano inoltre che l’azienda avrebbe fatto richiesta di componenti per soli smartphone 4G, in quanto priva del permesso del governo degli USA di importare componenti per la realizzazione di smartphone 5G, il che potrebbe far scendere la domanda di componenti ad appena 50 milioni.

Se l’amministrazione Biden dovesse mantenere invariata la posizione del governo verso la Cina, e quindi Huawei, come del resto si pensa, è altamente probabile che la compagnia si ritroverà molto presto fuori dalla top 3 dei maggiori produttori di smartphone al mondo.