La settimana scorsa eravamo tornati a parlare della probabile vendita di HONOR da parte di Huawei, un rumor che era iniziato a circolare già a metà ottobre e che nel corso del tempo ha assunto sempre più un carattere ufficiale. La conferma che l’operazione è stata realmente conclusa ci arriva da Huawei: il colosso cinese ha deciso di vendere tutto il brand HONOR ad una cordata di più di 30 aziende raggruppate sotto il nome di Shenzen Zhixin New Information Technology.

Di tutto pur di salvare il brand HONOR

La vendita del brand HONOR comprende tutto ciò che ha a che fare con l’azienda, compreso il ramo di ricerca e sviluppo, gli asset aziendali, i dipendenti (si parla di circa 7000 lavoratori) e la gestione della catena di approvvigionamento. Una volta che l’operazione sarà effettivamente conclusa, Huawei non sarà più legata in alcun modo con la nuova azienda formata.

In una nota ufficiale pubblicata sul giornale Shenzhen Special Zone Daily, la cordata di aziende ha sottolineato che la transazione di vendita è “un investimento di mercato pensato per salvare la catena industriale di HONOR“. Ma come si è arrivati a questo punto? Ovviamente l’inizio lo si può circoscrivere al ban USA contro Huawei profondamente voluto dal Presidente uscente Donald Trump, una guerra commerciale con la Cina che non solo ha avuto un impatto enorme per Huawei – del resto questa news ne è la conferma -, ma anche per la moltitudine di aziende americane che si sono ritrovate tagliate fuori dagli affari con il colosso cinese.

Non appena la fase di vendita sarà conclusa, è molto probabile che HONOR potrà continuare a realizzare smartphone e altri prodotti come faceva sotto il brand Huawei ma senza più l’ombra del ban USA, mentre il colosso cinese potrà continuare a focalizzarsi sul ramo mobile sperando di tornare a tessere rapporti commerciali con realtà statunitensi come ad esempio Qualcomm; il tutto fino a quando non avrà il know how necessario per slegarsi completamente dagli USA ed iniziare a fare affidamento su componenti realizzati in proprio, un progetto molto più concreto di quel che si pensi considerando l’apertura di un polo industriale a Shanghai.