Chi sperava che la nuova amministrazione degli Stati Uniti, guidata da Joe Biden, potesse improvvisamente cambiare rotta nei rapporti con Huawei, colpita nel maggio del 2019 dal ban dell’allora presidente Trump, dovrà ricredersi visto che, stando alle parole del nuovo Segretario del Commercio, le cose non cambieranno.

Il governo Biden conferma le sanzioni

Rispondendo a una domanda scritta rivoltale da alcuni senatori repubblicani, Gina Raimondo ha risposto:

Non vedo motivi per cui Huawei e altre compagnie cinesi non dovrebbero rimanere nella Entity List.””

Lo riporta Bloomberg che sottolinea come l’interrogazione da parte dei senatori repubblicani sia giunta dopo che nel suo discorso inaugurale al Senato dello scorso 26 gennaio, Raimondo non si era esplicitamente impegnata a mantenere Huawei nella Entity List. Il nuovo Segretario al Commercio ha proseguito:

Capisco che le compagnie siano state inserite nella Entity List perché rappresentano un rischio per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti e per gli interessi nella politica estera. Non ho attualmente motivo di credere che le entità nella lista non debbano essere presenti. Se confermato, attendo con impazienza un briefing su queste entità e su altre di interesse.

La risposta della Cina

Un portavoce del Ministro degli Esteri cinese ha espresso nuovamente la condanna del proprio Paese alle restrizioni imposte dal governo USA affermando che “Dobbiamo porre fine a questa sfrenata oppressione contro le aziende cinesi“.

La situazione per Huawei si fa dunque sempre più nera, nonostante il colosso asiatico stia profondendo enormi sforzi per tenersi a galla. Lo testimonia il recente lancio di HarmonyOS, che andrà a sostituire Android, e quello di tantissimi servizi destinati a prendere il posto di quelli Google, che in seguito al ban non possono essere installati sui nuovi smartphone.