Iliad sta incontrando non poche difficoltà nella sua opera di rafforzamento della propria infrastruttura nel nostro Paese ma tra le varie resistenze ogni tanto c’è anche una buona notizia, come quella che arriva da Venezia.

Dopo il rifiuto del Comune veneto all’installazione di una stazione radio base in regime di co-sitting su un’infrastruttura già esistente (ricadeva nell’area classificata come “parchi pubblici urbani e territoriali”, ossia un sito sensibile) e una pronuncia contraria da parte del TAR, l’operatore si è visto dare ragione dal Consiglio di Stato.

Iliad lamentava l’inesistenza di luoghi alternativi a quello scelto per la realizzazione dell’infrastruttura in questione, con conseguente impossibilità per l’operatore di riuscire a costruire una propria rete in quella determinata zona.

E tale tesi è stata accolta dal Consiglio di Stato, secondo il quale è necessario che i “criteri di localizzazione” che utilizzano giustamente i Comuni non si trasformino però in “limiti alla localizzazione”. In sostanza, il Comune di Venezia non avrebbe dovuto imporre limiti generalizzati all’installazione di impianti senza fornire all’operatore un sito alternativo.

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