Torniamo a parlare di Iliad, il cui debutto ufficiale in Italia è previsto entro la prossima estate. A confermare tale periodo di lancio, dopo Benedetto Levi, è Maxime Lombardini, AD di Iliad in Francia, che ci svela qualche dettaglio sui test. Nel frattempo possiamo fornirvi qualche informazione in più sulla copertura di rete del futuro quarto operatore italiano.

Procediamo con ordine e partiamo dalle parole dell’Amministratore Delegato di Iliad in Francia; egli sostiene che i drive test risultano in fase avanzata e permetteranno di verificare il corretto funzionamento della rete in tutta Italia attraverso appositi veicoli dotati di diverse configurazioni di chiamata. Secondo quanto riporta l’agenzia france Afp, le infrastrutture, le interconnessioni e il piano di offerte e marketing sarebbero già pronti.

Durante la presentazione dei risultati finanziari di ieri è intervenuto anche Xavier Niel, l’imprenditore francese fondatore di Iliad (ottavo uomo più ricco di Francia), che si è lasciato andare a qualche “critica” nei confronti della poca trasparenza delle tariffe presente nel nostro Paese:

“Il consumatore italiano paga in media 1,50 euro al mese più della sua controparte francese. La documentazione sui conti di Iliad è ancora più netta nel descrivere il mercato italiano dove c’è una mancanza totale di trasparenza. I prezzi della telefonia mobile in Italia sono più cari di quelli della Francia, anche perché ci sono molti piccoli costi nascosti, come il costo degli SMS. Un po’ più di trasparenza non farebbe male.”

In base ai dati forniti, la spesa media mensile è di 19,1 euro per gli italiani, contro i 17,6 euro per i francesi: questa differenza sarebbe data dalla poca trasparenza e dai costi nascosti, applicati su molte offerte italiane.

Secondo Benedetto Levi, neo Amministratore Delegato di Iliad Italia, gli operatori italiani hanno paura e stanno provando a mettere i bastoni tra le ruote al nuovo arrivato. Sul quotidiano La Stampa, alla domanda “chi cerca di ostacolarvi?” risponde infatti:

“Gli operatori che hanno sempre le stesse quote di mercato e provano a vincolare i clienti per togliere loro la possibilità di cambiare. Hanno paura, e fanno bene ad averla. Gli altri operatori stanno cercando di metterci i bastoni tra le ruote, ma siamo decisi. Vogliamo essere protagonisti e abbiamo progetti di lungo periodo.”

Il motivo di questa paura viene chiarito poche righe più avanti, dove Levi sostiene:

“Perché arriveremo con tariffe più basse, e soprattutto trasparenti, ma senza sacrificare la qualità. Però basta con le bollette a 28 giorni e con le incertezze su quanto si paga davvero alla fine del mese.”

Tra le informazioni diffuse in questi giorni arrivano anche dettagli riguardanti gli investimenti nell’infrastruttura di rete. Una nota ufficiale riporta infatti:

“Nel periodo transitorio che termina non oltre la fine del 2019, parte di questo portafoglio di frequenze (35 MHz di cui 5 MHz in banda 900, 10 MHz in banda 1800, 10 MHz in banda 2100 e 10 MHz in banda 2600) sarà utilizzato da WIND / H3G.”

Il Ministero dello Sviluppo Economico aveva convalidato il trasferimento dei diritti di utilizzo delle frequenze da 35 MHz a Iliad con alcuni obblighi: Iliad dovrà infatti lanciare servizi di telefonia mobile su banda 1800 MHz entro il gennaio 2020, coprire i capoluoghi di regione e di provincia con la banda 2100 MHz (o 900 MHz) rispettivamente entro il 1 luglio 2022 e il 1 gennaio 2025 e coprire con la banda 2600 MHz il 20% della popolazione entro 24 mesi dopo che sarà messa a disposizione (o entro fine giugno 2019) e il 40% della popolazione entro 48 mesi (o entro fine giugno 2021).

Arrivano infine ulteriori conferme sulla partecipazione di Iliad all’asta per l’assegnazione delle frequenze per la rete 5G, fornite dall’estratto di un documento riportato qui in basso.

Iliad è dunque sempre più vicina al debutto e a quanto pare sembra destare qualche preoccupazione agli operatori italiani. Riuscirà a dare una scossa al mercato tariffario mobile del nostro Paese? Lo scopriremo tra qualche mese.

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