Diventa sempre più difficile la situazione di Huawei dopo che il Governo Trump ha inserito il colosso cinese della telefonia nella blacklist commerciale. La decisione impedisce di fatto a qualsiasi azienda statunitense di intrattenere rapporti commerciali con Huawei e le prime gravi conseguenze si stanno già verificando.

Dopo Google, che ha interrotto ogni rapporto relativo all’utilizzo di licenze hardware e software, che impediranno alla compagnia cinese di utilizzare i servizi di Big G sui nuovi smartphone (ma non su quelli esistenti), tocca ad altri colossi della tecnologia annunciare la messa al bando di Huawei, e di conseguenza anche HONOR, azienda collegata a doppio filo al colosso cinese.

Qualcomm, Intel, Toshiba e Broadcom, quattro aziende leader nel mercato dei chip per dispositivi mobili, hanno annunciato infatti l’interruzione degli accordi con Huawei con effetto immediato, e l’esempio è stato seguito anche da altre compagnie. Anche Western Digital e Micron Technology avrebbero infatti sospeso le spedizioni verso Huawei e perfino il chipmaker tedesco Infineon Technology avrebbe seguito l’esempio delle società americane.

La quasi totalità dei produttori di chip americani avrebbe congelato la situazione in attesa di ulteriori chiarimenti anche se Huawei avrebbe in qualche modo previsto la situazione accumulando scorte che le permetterebbero di continuare la produzione per almeno tre mesi.

Non sarà solo il mercato della telefonia mobile a essere colpito dal ban dell’amministrazione Trump, ma anche quello dei notebook. Se infatti il mancato supporto da parte di Qualcomm può essere assorbito (anche se ci vorrà del tempo), visto che da tempo Huawei produce la maggior parte dei chipset utilizzati nei propri smartphone, più incisiva è la decisione di Intel, che rischia di bloccare un business in forte crescita come quello dei computer portatili.

La situazione è in costante evoluzione e sono molte le compagnie tecnologiche, anche con sede in Europa, che stanno cercando di capire come procedere con Huawei. Sembra dunque non avere fine la disputa commerciale che da tempo vede contrapposti USA e Cina e che con ogni probabilità si infiammerà ulteriormente dopo questa decisione improvvisa ma non del tutto inattesa.