Google intende portare Android anche nei dispositivi intelligenti che andranno a formare Internet of Things, quell’insieme di prodotti che include altoparlanti connessi, telecamere di sicurezza, router e molto altro. Per questo il colosso di Mountain View ha presentato oggi Android Things, un sistema operativo che nella sostanza delle cose rappresenta un aggiornamento e un rebranding di Google Brillo, sistema annunciato oltre diciotto mesi fa.

In questo lasso di tempo Brillo non sembra essere andato da nessuna parte e sembrava che Google avesse lasciato cadere il progetto nel dimenticatoio. Con Android Things gli sviluppatori potranno utilizzare gli stessi strumenti utilizzati per le applicazioni standard di Android.

In questo modo sarà possibile fare tesoro delle esperienze accumulate per ottenere molto rapidamente una solida base di applicazioni in grado di far decollare rapidamente la piattaforma. Anche se si chiama Android Things il nuovo sistema non sarà propriamente paragonabile alla versione che conosciamo e sembra più indicato per dispositivi con una discreta potenza di calcolo, come stampanti o forni piuttosto che semplici lampadine o multiprese intelligenti.

Il dialogo con i tradizionali dispositivi Android avverrà attraverso Weave, il sistema di comunicazioni lanciato insieme a Brillo lo scorso anno. Sarà interessante capire se Android Things potrà avere un successo maggiore di Brillo, al di là del nome sicuramente più appetibile, anche se gran parte del successo deriverà dai partner che supporteranno il nuovo sistema operativo.

Tra i primi ad annunciare una collaborazione attiva con Google troviamo Qualcomm che intende contribuire allo sviluppo di Android Things per dare agli sviluppatori la possibilità di sfruttare al meglio la potenza dei chipset Snapdragon.