Secondo David Burke, vice presidente del settore ingegneria di Google, chi prova un phablet finisce per apprezzarlo. Queste le impressioni raccolte da CNET in un’intervista avvenuta la scorsa settimana, durante un evento per la stampa volto ad illustrare le nuove funzionalità di Android 5.0 Lollipop ed i nuovi dispositivi Nexus.

Rispondendo ad una domanda sulle dimensioni sopra la media di Nexus 6, Burke ha stimato che la metà degli utenti apprezzerebbe un phablet se avesse la possibilità di provarlo per un certo periodo di tempo.

“If you gave them a phablet for a week, 50 percent of [consumers] would say they like it and not go back”

Questo non significa che i phablet siano la soluzione ideale per tutti, Google continua a vendere anche Nexus 5 proprio per questo. Burke poi prosegue con una domanda: i detrattori degli schermi grandi hanno mai effettivamente provato un phablet? Nei mercati emergenti il phablet viene visto soprattutto come dispositivo all in one,  rendendo superfluo l’acquisto di un tablet e permettendo un risparmio economico.

Negli Stati Uniti, dove gli stipendi sono più alti e dove la convivenza tra iPad e iPhone è un dato di fatto, l’idea che si è fatta la gente dei phablet è  un po’ diversa. Gli utenti apprezzano gli schermi grandi ma fino ad un certo punto. Quando la differenza tra smartphone e tablet si assottiglia,  l’utente preferisce un tablet, per non dover scendere a compromessi tra usabilità e portabilità. Questo non significa necessariamente che i phablet siano inutili, difficilmente però qualcuno preferirà guardare un film su uno schermo da 6″ piuttosto che su uno da 10″. O userà un word processor su Windows Phone piuttosto che su Surface. Per definizione un phablet è un compromesso, splendido in alcuni casi ma sempre un compromesso.

Il ragionamento di Burke è corretto? In Europa e in Asia probabilmente sì, ma negli Stati Uniti gli utenti continuano a preferire smartphone di dimensioni ragionevoli e tablet per tutto il resto.

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