Chiudere le app del proprio smartphone non aumenta la durata della batteria, anzi, si ottiene l’effetto opposto! In realtà, non si tratta affatto di una novità, infatti già da tempo numerosi esperti hanno comprovato che interrompere forzatamente l’esecuzione di un’applicazione non porta alcun beneficio alla batteria o alle prestazioni del sistema in generale.

Se le voci divulgate su Internet nelle varie community non dovessero essere sufficienti per convincervi, pochi giorni fa, sia Apple che Google hanno confermato che chiudere le applicazioni manualmente non comporta alcun beneficio all’autonomia dei propri dispositivi. Sull’argomento è intervenuto Hiroshi Lockheimer (portavoce di Google) dichiarando che in realtà, questo procedimento molto diffuso tra gli utenti non fa altro che peggiorare la situazione della batteria.

Secondo il pensiero degli utenti, chiudendo un’applicazione tramite il task manager il dispositivo dovrebbe avere un elemento in meno da tenere attivo e quindi potrebbe verificarsi un notevole risparmio di energia. Ma in realtà, questo è vero solo in parte ed il motivo è celato nel funzionamento del multitasking. In generale, sia Android che iOS prevedono diversi “stati” per le varie applicazioni, questi variano istante per istante grazie a complessi algoritmi che sono in grado di capire quando un’app è necessaria all’utente e quando invece non risulta utile in alcun modo. In linea di massima ci sono 5 stati per ogni app: non in esecuzione, attiva, inattiva, background e sospesa.

Batteria Android

Le dichiarazioni del portavoce di Google

Mentre il primo dei cinque stati sopra elencati non ha bisogno di spiegazioni, gli altri devono essere interpretati. Un’app è ritenuta attiva quando è in esecuzione sullo schermo e sta svolgendo delle azioni. Le app inattive sono in una fase di transizione: sono sullo schermo, ma non stanno svolgendo delle attività specifiche. Quelle in background agiscono nell’ombra e svolgono delle azioni senza che l’utente se ne accorga (NdR: tra queste vi sono le app di messaggistica istantanea, quelle per le email e molto altro ancora). Infine abbiamo le app sospese, queste sono attive in background, ma in realtà non svolgono alcuna mansione particolare rimanendo in memoria per permettere un’avvio rapido.

Sia Android che iOS lavorano autonomamente per gestire lo stato delle app evitando all’utente il noioso e fastidioso processo di chiusura manuale delle applicazioni. Gli algoritmi sono in grado di capire quando lasciare un’applicazione in background e quando invece deve rimanere attiva per soddisfare le esigenze dell’utente. Stando a quanto confermato da diverse fonti: modificare manualmente lo stato delle varie applicazioni inficia negativamente sia sull’esperienza utente che sullo stato della batteria.

batteria

Insomma, se ci tenete a risparmiare la batteria del vostro dispositivo, dovrete ricorrere ai metodi tradizionali come l’abbassamento della luminosità del display (NdR: uno degli elementi che inficia maggiormente sulla batteria) o la disattivazione della sincronizzazione automatica delle applicazioni (email, social, ecc). Un altro utile accorgimento è di impostare la geolocalizzazione su bassa precisione o disattivarla totalmente. In casi estremi si può attivare la modalità aereo: scelta abbastanza stravagante visto che vi renderà irreperibili, ed uno smartphone dovrebbe fare la cosa totalmente opposta.

Tuttavia, negli ultimi tempi sono sempre di più gli strumenti utili per risparmiare la percentuale della vostra batteria: iOS mette a disposizione una semplice modalità di risparmio energetico, mentre Android, oltre alla classica modalità di risparmio energetico sta sperimentando anche Doze, che con l’arrivo di Android N è stato migliorato ulteriormente. Doze è una funzione automatica che è in grado di capire quando il dispositivo rimane inutilizzato da parecchio tempo e può quindi essere mandato in una sorta di “stato di ibernazione selettiva” utile per risparmiare significativamente la batteria. Quando Doze entra in funzione, le notifiche delle varie applicazioni continueranno ad arrivare, ma non vengono ricevute istantaneamente, al contrario: vengono sincronizzate ad intervalli periodici non troppo vicini l’uno dall’altro.

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