Senza che nulla, o quasi, lo lasciasse presagire, Google ha annunciato oggi la disponibilità della prima versione beta di Android Q, la nuova versione del robottino verde. In realtà qualche dubbio era emerso qualche giorno fa quando, come vi abbiamo riportato, è apparsa una nuova pagina sull’Issue Tracker dedicata proprio alla versione beta di Android Q.

Lo scorso anno Google aveva lanciato la prima beta di Android P il 7 marzo, quindi le tempistiche sono in linea. Quali sono le novità introdotte da questa prima Beta? Quali sono gli smartphone supportati inizialmente? In questo articolo riassumeremo le novità, ricordandovi però che alcune di esse potrebbero non comparire nella versione finale, che sarà verosimilmente rilasciata nel corso della prossima estate, e che altre arriveranno certamente con le prossime release che si succederanno nei prossimi mesi.

Ricordiamo comunque che alcune funzioni potrebbero essere presenti nella prima Beta e sparire in quelle successive. Allo stesso modo alcune funzioni potrebbero essere rimosse e tornare nelle release successive, fino al rilascio della versione finale.

Novità di Android Q

Privacy

Android Q migliora la trasparenza dei permessi e il controllo che gli utenti hanno sui dati e sulle funzionalità delle app. Con la nuova versione di Android sarà possibile avere un maggior controllo sulle applicazioni che sfruttano la geolocalizzazione, in particolare per quelle che operano in background . Gli utenti potranno negare il permesso di ottenere informazioni sulla posizione, concederli solo quando l’app è in uso o concederli sempre.

Maggior controllo anche sull’accesso ai file condivisi, che si tratti di foto, video o file audio, sugli identificatori non modificabili come IMEI e numero di serie, e sulle interruzioni da parte di applicazioni che lanciano attività mentre si trovano in background.

Interfaccia

Android Q si adatta rapidamente all’arrivo dei primi dispositivi con schermo pieghevole, introducendo nuove funzioni che facilitano il passaggio dallo schermo chiuso a quello aperto. Sono inoltre cambiate alcune funzioni per supportare le notifiche al cambio di focus e nella ripresa delle app.

Grazie agli Sharing Shortcuts, simili come idea alle App Shortcuts, è possibile condividere un link che porta a un particolare contenuto in una determinata applicazione. È possibile mostrare parti del pannello di controllo, grazie alla Setting Panel API, permettendo all’utente di attivare WiFi, NFC o dati mobili, tutto senza lasciare l’applicazione.

Connettività

Per gli sviluppatori si aprono nuove possibilità per controllare la presenza di nuove reti, introducendo inoltre il supporto agli standard WP3 e OWE e fornendo un MAC address casuale quando il dispositivo si connette a una rete wireless differente.

Il nuovo stack WiFi semplifica la gestione dei dispositivi IoT sulla rete locale, rendendo più facili le operazioni di configurazione, download e stampa. Una nuova API suggerisce le reti WiFi preferite, con le app che possono connettersi basandosi sulle prestazioni passate delle singole reti.

È infine possibile richiedere la modalità adaptive WiFi per ridurre la latenza, per quelle applicazioni che lo richiedono, come giochi in tempo reale o chiamate audio.

Fotocamera, multimedia e grafica

La fotocamera si arricchisce con la funzione Dynamic Depth, disponibile anche per gli sviluppatori di terze parti, una funzione che offre funzioni di sfocatura per effetti bokeh ad alta qualità. L’immagine Dynamic Depth è composta da un JPEG, dai metadati in formato XMP con la profondità degli elementi, e una mappa relativa alla profondità, che permette di creare immagini in 3D.

Viene introdotto il supporto al codec open source AV1, che consente lo streaming di video in alta qualità con un minor consumo di banda. Grazie all’API  MediaCodecInfo è possibile stabilire in maniera rapida le capacità di render di un dispositivo Android, garantendo la possibilità di impostare la miglior qualità video possibile. Arriva un’API MIDI nativa, che permette di comunicare direttamente con un dispositivo MIDI tramite NDK.

Android Q introduce il supporto sperimentale ad ANGLE, un layer OpenGL che gira su Vulkan. In questo modo le app e i giochi che usano OpenGL ES possono sfruttare le prestazioni  e la stabilità della piattaforma Vulkan. Al momento viene supportata la versione 2.0 di OpenGL ES, ma a breve arriverà il supporto alla versione 3.0.

Cresce la presenza di Vulkan, che dovrà essere supportato da tutte le app a 64 bit scritte per Android Q, e con le prossime versioni sarà rilasciata  un’API specifica ad alte prestazioni per facilitare lo sviluppo di app e giochi.

Cresce il supporto alle reti neurali, con la versione 1.2 dell’API Neural Networks, che aggiunge 60 nuove operazioni, insieme a numerose ottimizzazioni.

Miglioramenti di Android

Google ha introdotto numerosi miglioramenti al runtime ART, per velocizzare l’avvio delle applicazioni riducendo nel contempo il consumo di memoria. Si tratta di novità dedicate agli sviluppatori, che potranno inizialmente contare su alcuni profili che vengono inviati da Google Play insieme al file APK.

La sicurezza delle app può contare su un miglioramento di BiometricPrompt, un framework per l’autenticazione unificata, che ora supporta metodi passivi come il riconoscimento del volto. Aggiunto il supporto al protocollo di sicurezza TLS 1.3, che migliora prestazioni e sicurezza.

Continua il processo di eliminazione delle API non pubbliche, che aumentano le probabilità di crash e blocchi di sistema e la transizione delle app verso un supporto alle versioni più recenti di Android. Entro la fine del 2019 Google Play richiederà il supporto alla versione 28 del SDK, sia nelle nuove app che negli aggiornamenti. Sarà inoltre richiesto il supporto ai 64 bit in tutte le applicazioni.

Altre novità

Ecco inoltre una serie di piccole novità, a volte solamente estetiche, altre funzionali, che stanno emergendo nella nostra prova con la prima beta di Android Q:

  • possibilità di cambiare il colore degli accenti tra nero, verde, viola e il colore di default
  • possibilità di cambiare il font, al momento solo tra Google Sans e Noto Serif
  • possibilità di impostare la forma delle icone dalle opzioni sviluppatore
  • uno swipe parziale verso destra sulle notifiche mostra i controlli per la funzione snooze
  • una pressione prolungata sulle notifiche permette di bloccare la notifica, silenziarla o lasciarla invariata
  • per eliminare una notifica funziona solo lo swipe verso destra
  • manca uno switch per attivare la modalità scura, che può essere ereditata in caso di upgrade da Android Pie. È comunque possibile attivare la modalità scura attraverso un comando ADB, anche se la maggior parte delle applicazioni non si adatta all’interfaccia scura
  • pulsante emergenza nel menu di spegnimento, con la possibilità di selezionare quale app dovrà fornire le informazioni
  • nuovo file manager in Material Theme e con filtri di ricerca
  • autonomia residua nella tendina delle notifiche
  • funzione Easy Connect con codice QR per facilitare la configurazione WiFi
  • entro i primi 30 secondi dalla ricezione di una notifica viene visualizzato un campanello che aiuta a capire quale sia l’ultima notifica ricevuta
  • attivato il supporto Dual SIM Dual Standby su Pixel 3 e Pixel 3 XL
  • attivato il supporto sperimentale alle finestre fluttuanti
  • aggiunta una funzione nativa per registrare lo schermo, con la possibilità di catturare anche la voce dal microfono. Attivandolo il Power Menu si sposta in basso, come mostrano i nostri screenshot. Si attiva abilitandola dalle opzioni sviluppatore e premendo al lungo il tasto Screenshot
  • supporto alla modalità Desktop, funzionante al momento solo sull’emulatore, visto che nessun Pixel supporta l’uscita display via HDMI
  • L’app Trascrizione Istantanea, che trascrive le registrazioni audio in formato testo, è preinstallata nel sistema
  • Pixel Launcher permette di annullare la rimozione di un’icona
  • gli screenshot mostrano ora la presenza di un eventuale notch
  • la schermata di sblocco ha lo sfondo sfocato durante la riproduzione di musica
  • La modalità Always On Display mostra l’eventuale brano in esecuzione e sposta in alto la percentuale della batteria
  • la selezione del testo è accompagnata da un feedback aptico, così come l’operazione di ricarica
  • possibilità di selezionare l’applicazione che filtrerà le telefonate in entrata
  • nuova schermata per selezionare quale periferica usare per ascoltare l’audio, scegliendo tra quelle collegate
  • nuove animazioni per la gesture del multitasking, attivabile tracciando un semicerchio nella barra di navigazione
  • aggiunto il supporto alle foto monocromatiche in formato RAW
  • introdotto il blocco per l’accesso alla clipboard da parte delle applicazioni in background
  • possibilità di attivare la funzione di risparmio energetico basandosi sulle abitudini dell’utente
  • nuovo menu che mostra tutte le applicazioni con notifiche disabilitate
  • la voce disabilita per le app di sistema viene ora chiamata disinstalla, ma le app vengono solo riportate allo stato iniziale
  • la sezione notifiche mostra il numero di notifiche medie ricevute quotidianamente da ogni app
  • i launcher di terze parti possono creare esperienze di benessere digitale
  • le app possono essere segnalate come “distraenti”
  • le opzioni di accessibilità prolungano la permanenza sullo schermo dei messaggi
  • è possibile disabilitare alcuni permessi per le applicazioni non disegnate per Android Q
  • l’icona del backup sul cloud mostra ora una freccia rivolta verso l’alto
  • introduzione dei ruoli, con permessi garantiti di default alle app che possono diventare di default
  • possibilità di mappare la funzione Active Edge dei Pixel 2 e Pixel 3 per attivare altri assistenti vocali
  • possibilità di personalizzare l’orologio nella schermata di sblocco
  • aumento della frequenza dello Snapdragon 845 dei Pixel 3 che ora opera a 2,8 GHz
  • nuova gestione dei permessi di overlay, al fine di prevenire il malware, che ne rende sconsigliabile l’uso
  • nuova implementazione delle chat heads applicabili a tutte le notifiche attraverso i comando adb:

    adb shell settings put secure experiment_enable_bubbles 1

    adb shell settings put secure experiment_autobubble_all 1

    e i comandi per annullare la modifica

    adb shell settings delete secure experiment_enable_bubbles

    adb shell settings delete secure experiment_autobubble_all

  • nuovo suono di sistema quando termina una chiamata

Dispositivi compatibili con Android Q

Al momento Android Q è disponibile esclusivamente per tutti i Google Pixel, sia attraverso i file OTA, che permettono l’installazione senza cancellare il contenuto dello smartphone, sia con le factory image, che effettuano una installazione completamente pulita.

Come è accaduto per le versioni precedenti è attivo anche un programma beta, che permetterà l’installazione via OTA di questa prima beta e di quelle successive, accessibile a questo indirizzo. A seguire i link per il download dei file di installazione per i sei smartphone interessati.

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