Martedì scorso, 17 maggio, Amazon proponeva sullo store online i suoi tablet Amazon Fire a un euro, nelle versioni con 8GB e 16GB di memoria interna. La notizia ha fatto il giro della rete e migliaia di utenti hanno approfittato di quella che sembrava una svendita colossale. In realtà Amazon ha annunciato che il prezzo era stato modificato in seguito ad un non meglio precisato problema tecnico e in giornata ha provveduto ad annullare la maggior parte degli ordini inseriti, anche se qualche fortunato è riuscito comunque a ricevere il modello da 8GB.

Nella mail di annullamento inviata agli utenti, Amazon ha fatto riferimento alle condizioni di vendita, accettate dall’utente al momento della conferma d’ordine che in particolare recitano così:

“Nonostante ogni nostro sforzo, non possiamo escludere che per una piccola parte dei milioni di prodotti presenti nel nostro catalogo sia indicato per errore un prezzo diverso da quello effettivo. Controlleremo in ogni caso la correttezza dei prezzi dei prodotti durante il processo di verifica dell’ordine e di successiva spedizione dei prodotti. Qualora, a causa di disguidi o altri inconvenienti, il prezzo indicato nel sito dovesse risultare inferiore al prezzo corretto di vendita di un prodotto, ti contatteremo per verificare se desideri egualmente acquistare il prodotto al prezzo corretto. Altrimenti il tuo ordine non potrà essere accettato. Qualora il prezzo corretto di un prodotto sia inferiore a quello indicato nel sito, ti addebiteremo il solo prezzo corretto inferiore e ti spediremo comunque il prodotto”

La mossa di Amazon non è ovviamente piaciuta all’Unione Nazionale Consumatori che ipotizza una pratica scorretta da parte del colosso dello shopping online, evidenziando come gli accordi debbano essere rispettati e che i clienti non devono pagare per gli eventuali errori della società. Va detto che Amazon ha fatto della disponibilità e della trasparenza uno dei suoi cavalli di battaglia, tanto da avere a detta di molti, uno dei migliori servizi clienti.

Massimiliano Dona, segretario generale dell’UNC auspica che l’autorità antitrust possa intervenire in tempi brevi per evitare, soprattutto, un pericoloso precedente che potrebbe consentire ad altre compagnie di effettuare mosse simili adducendo guasti tecnici reali o presunti per scaricare la responsabilità all’utente finale.

Difficilmente però Amazon verrà condannata ad onorare gli ordini ricevuti, sembra più probabile una sanzione economica commisurata all’entità del danno provocato.

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