Xiaomi è ormai da tempo diventato (anche) un produttore di accessori legati al mondo dell’audio, all’interno dei quali spiccano le cuffie della serie Piston (di cui abbiamo recensito seconda e terza generazione). All’inizio dell’anno l’azienda si è lanciata nella produzione di cuffie sovra- e circumaurali, chiamate Xiaomi Mi Headphones, con un prezzo nell’intorno dei 100€. Scopriamole insieme.

Design & comfort

Il design delle Xiaomi Mi Headphones ricorda abbastanza da vicino quello delle cuffie Grado: il padiglione è realizzato in alluminio colorato con un pigmento dorato e presenta una cavità al centro, all’interno della quale è inserita una griglia dello stesso colore e materiale del padiglione. Il paragone con le Grado non è casuale: ci troviamo infatti di fronte a cuffie semi-aperte, come quelle del produttore americano.

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L’archetto è ben imbottito e l’imbottitura è sezionata in maniera tale da garantire il massimo comfort. La copertura è peraltro in finta pelle cucita con un filo rosso che dà una sensazione di alta qualità, poi parzialmente smentita da alcuni scricchiolii che si possono sentire deformando l’archetto.

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In generale, comunque, Xiaomi ha puntato molto sui materiali e sul design. Elemento caratteristico delle Mi Headphones è la possibilità di sostituire l’imbottitura dei padiglioni per far sì che le cuffie siano di tipo sovraurale (on-ear) o circumaurale (over-ear), lasciando quindi all’utente la libertà di scegliere quale tipologia utilizzare.

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Il comfort è decisamente buono: la particolare forma dell’imbottitura, divisa in piccoli trapezi, fa sì che la superficie d’appoggio sia ridotta ma ben distribuita e questo diminuisce l’irritazione e la stanchezza dovute alla pressione sul capo; le coperture dei padiglioni sono ben realizzate e sono morbide e piacevoli da indossare. Una maggiore rigidità delle cuffie, con conseguente maggiore sostentamento derivante dalla pressione dei padiglioni sulle orecchie, sarebbe stata a mio parere preferibile.

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Nella confezione troviamo un paio di coperture in finta pelle di tipo sovraurale, un paio in gommapiuma di tipo sovraurale e un paio in finta pelle di tipo circumaurale. Sono poi presenti una custodia rigida e un sacchetto in tessuto morbido dove riporre le cuffie quando non le si utilizza.

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Da notare che, come accade in altri modelli come le SOL Republic Tracks V8, il cavo si può staccare dai padiglioni ed è facilmente sostituibile; l’attacco avviene tramite jack da 2.5mm. I jack sono abbinati al rispettivo padiglione tramite un codice colore: bianco per il sinistro, rosso per il destro.

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Essendo cuffie semi-aperte, l’isolamento offerto dalle Xiaomi Mi Headphones è pochissimo, se non nullo: in metropolitana, ad esempio, nessuno dei suoni provenienti dall’esterno viene bloccato dalle cuffie e questo costringe ad alzare il volume per poter sentire senza eccessive difficoltà la musica. Questo ci porta, però, al rovescio della medaglia dell’avere a che fare con cuffie semi-aperte: non solo i rumori esterni entrano nelle cuffie, ma la musica ne esce rendendole inadatte ad ambienti che richiedono silenzio – come le biblioteche – o in cui si possono infastidire altre persone – come, ad esempio, i mezzi pubblici.

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Cambiare le coperture dei padiglioni cambia leggermente il suono, ma non muta in alcun modo l’isolamento offerto da queste cuffie: anche usando i padiglioni circumaurali, infatti, l’isolamento è minimo a causa dell’apertura posteriore.

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Funzionalità

Le Xiaomi Mi Headphones offrono soltanto un tasto sul cavo ed il microfono. Il microfono non è di qualità altissima e non sempre raccoglie correttamente e chiaramente la voce, soprattutto se lo utilizziamo in condizioni di rumore ambientale medio come la strada.

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Audio

Aggiornamento: ho aggiornato la recensione per riflettere meglio le effettive capacità delle cuffie. Mi scuso con i lettori delle imprecisioni presenti nella versione precedente, che non rappresentava le prestazioni reali.

Le Xiaomi Mi Headphones sono un prodotto pensato per un pubblico esigente dal punto di vista del design e dei materiali, ma non meno puntiglioso sul suono. La “promessa” di Xiaomi di rivolgersi ad un pubblico audiofilo non è stata infranta (almeno non del tutto) e queste cuffie sono di altissimo livello.

Ho rodato le Xiaomi Mi Headphones per più di 100 ore e ho effettuato le prove d’ascolto utilizzando brani sia in formato FLAC (44.1kHz, 16-bit) sia in formato MP3 (320kbps); le sorgenti audio sono state alcuni smartphone tra cui ZTE Blade S6 e Ulefone Be Touch e un PC cui è stato collegato un Sound Blaster E5.

Da cuffie semi-aperte ci si aspetterebbe un suono aperto, arioso e frizzante. Il suono delle Xiaomi Mi Headphones è invece abbastanza chiuso e cupo, soprattutto grazie a medi non brillanti. Ciò non toglie, però, che l’ascolto sia piacevole e divertente, anche con quei generi che richiedono un po’ più di bassi come la musica elettronica o il metal – e, fidatevi, la trance e il death metal sono parecchio godibili su queste cuffie.

I bassi appaiono abbastanza ben controllati. Non abbiamo presenza di “scivolature” nei medi né di “coperture” eccessivamente marcate. I bassi sono corposi e rotondi, con un buon equilibrio rispetto al resto della gamma. I bassi risultano forse leggermente eccessivi, ma non tanto da compromettere l’equilibrio generale del suono. Questo aspetto potrebbe far storcere il naso ai più “puristi” del suono, ma la differenza che ho potuto sentire con le Denon AH-A100 non è così marcata.

I medi sono di buona qualità, ma non appaiono aperti e “frizzanti” a sufficienza; nonostante la curva di risposta sufficientemente piatta, i medi rimangono abbastanza “chiusi” e un po’ spenti. Questo è particolarmente evidente in Take Five del Dave Brubeck Quartet, dove il pianoforte e il sassofono non appaiono vivaci e vibranti con una presenza ferma.

Gli alti sono decisamente dettagliati e sufficientemente frizzanti. Non ci sono particolari lamentele da muovere: Xiaomi è riuscita a creare cuffie con alti più che apprezzabili.

Il suono prodotto da queste cuffie è molto caldo e morbido, senza quella analiticità e quel tono più freddo ed equilibrato che cercano le persone più attente. Per quanto i dettagli siano apprezzabili, queste cuffie patiscono comunque il fatto che il suono è abbastanza chiuso e che la presenza degli strumenti non sia ottima.

La spazialità del suono è abbastanza ridotta: non capita mai di pensare di essere in mezzo alla scena o di avere l’impressione che il suono arrivi da un punto preciso; viceversa, la separazione tra i due canali è abbastanza netta e appare talvolta artificiosa. Spesso l’impressione è che tutta l’attenzione sia concentrata in un solo canale.

Andiamo quindi ad analizzare il comportamento delle cuffie con i diversi generi. Segnalo inoltre che ho ampliato la selezione di generi e ho aggiunto il Jazz, in cui includo due brani dall’album Time Out del Dave Brubeck Quartet: Blue Rondo à la Turk e Take Five.

  • Classica/sinfonica: le mancanze dei medi sono uno dei difetti che si notano di più insieme alla scarsa presenza degli strumenti, ma questi due aspetti sono gli unici a demerito di queste cuffie: la risposta in frequenza è ottima e dà accesso a musica godibile.
  • Jazz: entrambi i brani da Time Out sono azzoppati dalle carenze dei toni medi, ma il risultato complessivo è ottimo.
  • Metal: Freezing Moon non è esattamente glaciale, ma ci si avvicina abbastanza; The Drapery Falls degli Opeth ha degli ottimi dettagli sui piatti della batteria ma vede il basso un po’ troppo in primo piano rispetto alle chitarre (ritmica ed elettrica) che dovrebbero invece essere al centro. L’esperienza d’ascolto è molto positiva, ma non è perfetta. Piccola nota: i Death suonano mortalmente bene.
  • Rock: il rock è abbastanza apprezzabile, ma più sul lato strumentale: la voce non viene esaltata particolarmente e patisce un po’; nonostante questo, per un ascolto senza eccessive pretese le Mi Headphones sono più che adeguate. Born To Be Wild suona comunque bene, come The Great Gig in the Sky dei Pink Floyd.
  • Trip-hop: indubbiamente il trip-hop è molto divertente da ascoltare con queste cuffie, grazie ai bassi più forti e agli alti presenti e dettagliati. Angel dei Massive Attack è da wow.
  • Folk/celtica: un genere che suona inaspettatamente bene con le Mi Heaphones. Chapeau.
  • Elettronica: in Conditioned di Aes Dana ci si aspetterebbero bassi esplosivi, ma questo stranamente non avviene. I bassi sono comunque ben presenti e controllati – a tutto vantaggio della godibilità generale.

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Note particolari

Una piccola aggiunta va necessariamente fatta per segnalare che due cuffie su due tra quelle che ho ricevuto per scrivere questa recensione sono arrivate con un difetto alla membrana del padiglione sinistro, che appariva piegata e deformata. La risoluzione del problema è abbastanza semplice, ma richiede di smontare il padiglione e di intervenire con estrema delicatezza con la cruna di un ago o un altro piccolo utensile per ripristinare la normale forma della membrana. Dato che il problema si è presentato in entrambe le cuffie, in accordo con il fornitore ho deciso di segnalare il problema, che non so se sia da attribuire ad un difetto di fabbricazione o ad un problema sorto durante il trasporto dalla Cina.

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Membrana senza difetti del padiglione destro

In conclusione

Xiaomi ci ha nel tempo abituato a prodotti di altissima qualità con prezzi inferiori agli equivalenti disponibili sul mercato in Occidente. Questa tradizione continua con queste cuffie, che appaiono di ottima qualità dal punto di vista della costruzione e dei materiali così come dal punto di vista acustico. Xiaomi aveva promesso delle cuffie da audiofili e ha mantenuto la promessa – anche se ci sono alcuni difetti.

Sono rimasto comunque soddisfatto di queste cuffie: anche se non sono perfette, sono cuffie con un suono che convince ed è decisamente buono per tutti gli amanti della buona musica. Se volete provare delle cuffie con delle ottime prestazioni ma non volete spendere un capitale, allora le Xiaomi Mi Headphones fanno per voi.

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