Annunciata qualche mese fa, Jawbone UP3 è una delle nuove fitness band che l’azienda americana ha inserito sul mercato per dare battaglia ad altre aziende che le contendono un posto nel sempre più grande mercato dei dispositivi indossabili. Anche se Jawbone UP3 non è perfetta e manca di alcuni elementi divenuti ormai consuetudine nella fascia di prezzo intorno ai 150€ in cui è inserita, è una delle fitness band in commercio con i più grandi pregi grazie ad una buona precisione, ad una batteria dalla durata accettabile e ad un design curato ed elegante.

Hardware, Design & Comfort

Jawbone UP3 è stato curato dal noto Yves Béhar, designer di fama internazionale che ha contribuito a plasmare il design di prodotti come OUYA, e si vede: le linee del prodotto sono eleganti e fini, adatte non solo ad un abbigliamento sportivo ma anche a tenute più eleganti. La linea cambia – e anche molto – in base al colore; il modello nero che ho provato presenta un motivo a linee ondulate molto piacevole alla vista ed al tatto.

Jawbone UP3 2

Il corpo principale è in plastica rigida, mentre il cinturino è in silicone morbido. Il sistema di chiusura e bloccaggio è abbastanza atipico: c’è una linguetta di metallo con una scanalatura che va agganciata al corrispondente fermo sull’estremità opposta del cinturino, la quale ha anche un occhiello per evitare di perdere accidentalmente il bracciale se questo dovesse slacciarsi. Nelle tre settimane circa in cui ho avuto modo di provare il Jawbone UP3 non mi è mai capitato che si slacciasse da solo.

Jawbone UP3 3

Il comfort è molto elevato in generale: il corpo principale rigido è della giusta dimensione e il cinturino in silicone morbido non crea problemi (contrariamente, ad esempio, a quello del Runtastic Moment). Faccio presente comunque che il comfort varia da persona a persona; per essere un uomo, ho un polso abbastanza piccolo e persone con polsi più grandi del mio potrebbero trovare scomodo questo bracciale.

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L’unico elemento che diminuisce il comfort è la presenza di cinque placchette quadrate in metallo che servono per rilevare il battito cardiaco, ma sporgono dal cinturino e lasciano spesso la loro impronta sul polso. Una volta trovata la larghezza ideale non creano più che tanto fastidio, ma dovrete abituarvi alla vista di cinque quadratini sul polso.

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Batteria & Autonomia

Il Jawbone UP3 dovrebbe avere un’autonomia di circa una settimana secondo quanto afferma il produttore e, in effetti, la durata media è proprio di sette giorni. L’autonomia è quindi soddisfacente sotto tutti i punti di vista.

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L’unico elemento su cui si può avere qualcosa da ridire non sta tanto nella durata della batteria, quanto più nella modalità di ricarica: bisogna utilizzare un apposito cavo che è cortissimo, rigido e impedisce di effettuare la ricarica usando un notebook. Insomma, se il sistema di aggancio magnetico con quattro pin è azzeccato, il cavo è completamente da rivedere.

Software

L’applicazione UP di Jawbone richiede un po’ di esplorazione, ma è sufficientemente chiara e semplice. Le funzionalità presenti sono veramente tantissime e non è facile esplorarle tutte. Partiamo dalla schermata principale, dove troviamo l’indicazione del battito cardiaco passivo, dei passi compiuti durante la giornata, della quantità e qualità di riposo notturno.

Il conteggio dei passi è abbastanza preciso, anche se tende ad essere un po’ più conservativo del necessario nelle stime. La differenza rispetto al Misfit Shine c’è e si sente, anche se è comunque contenuta. Meglio, comunque, un fitness tracker che conta pochi passi in meno rispetto ad uno che ne conta molti in più!

Il rilevamento del sonno non è sempre preciso e i dati sono talvolta stimati per eccesso, talvolta per difetto; a non convincere del tutto sono, più che altro, i grafici di attività, che mostrano fasi di sonno non sempre accurate. Jawbone UP3 riesce, però, a capire quando l’utente è sveglio molto meglio di Misfit Shine. Il risultato finale non è molto distante dalla realtà, però, anche se c’è qualche minuto di scostamento con le rilevazioni (più precise) ottenute con altri dispositivi.

Difficile confrontare la rilevazione del battito cardiaco passivo con quella ottenuta con i classici rilevatori attivi che utilizzano dei LED e, quindi, risulta molto difficile stabilire l’accuratezza. Il difetto principale è l’impossibilità di conoscere il battito in un dato momento, fatto particolarmente utile in caso di allenamenti intensivi; il battito passivo è utile per rendersi conto dello stato di salute e di stress, perché un battito alto può indicare una malattia in arrivo o un elevato livello di stress. Come piccolo aneddoto, è curioso il fatto che secondo alcune tabelle il mio battito rilevato da Jawbone UP3 (intorno ai 52 bpm) sarebbe “da atleta” quando non pratico alcuno sport da anni: dove sarà la verità?

L’interfaccia della schermata principale è a scorrimento verticale e mostra i principali avvenimenti e dati di ogni giornata (es. numero di passi, ore dormite, raggiungimento di un obiettivo…). In alto troviamo il Navigation Drawer sulla sinistra ed il menù per le impostazioni del dispositivo sulla destra. Partendo proprio da quest’ultimo, troviamo le seguenti impostazioni:

  • calcolo del tempo per addormentarsi;
  • cronometro: utile per calcolare il tempo di una corsa o di un esercizio;
  • sveglia intelligente: può svegliare l’utente fino ad un numero prestabilito di minuti prima, se il sonno è leggero;
  • avviso di stanzialità: se l’utente rimane fermo troppo a lungo, il bracciale vibrerà per avvertirlo;
  • notifiche sui progressi nelle attività;
  • promemoria: tra quelli preimpostati ci sono i promemoria per andare a letto, per prendere una pillola, per mangiare e per fare esercizio, ma sono impostabili anche a piacere.

Il menù sulla sinistra, invece, permette di accedere alle impostazioni più generali:

  • obiettivi: permette di impostare i propri obiettivi di sonno e passi (quotidiani) e peso (per un periodo);
  • mode/tendenze: permette di avere una visuale a colpo d’occhio dei dati sul sonno e sulle attività raccolti dall’applicazione;
  • team: nel caso conoscenti, amici, parenti e così via usino prodotti Jawbone è possibile confrontare con loro i risultati raggiunti;
  • duelli: simile al punto precedente, ma è possibile sfidare un’altra persona a fare più passi (in periodi di 24 ore, 3 giorni o una settimana);
  • applicazioni: mostra tutte le app compatibili. Curiosamente, sono presenti anche app di concorrenti diretti (es. Runtastic, Withings). I prodotti Jawbone possono essere connessi ai prodotti Nest;
  • inbox: una sorta di casella dove raccogliere messaggi da Jawbone e da altri utenti;
  • impostazioni: troviamo impostazioni su di noi (sesso, peso, altezza, compleanno), sulla privacy (per decidere cosa condividere con gli altri membri del team), sulle notifiche (su duelli, sull’attività del team, sui risultati conseguiti e sugli intenti per la giornata) e sull’applicazione (per mostrare o meno una notifica nel caso il bracciale sia connesso).

Nel complesso il software di Jawbone è ben realizzato e mostra una certa maturità; ci sono molte opzioni intelligenti che rendono Jawbone UP3 un bracciale davvero utile per tenersi in forma, ma purtroppo mancano elementi come le vibrazioni per avvisare della ricezione di una notifica sullo smartphone.

In conclusione

Come giudicare Jawbone UP3? In quanto a materiali e costruzione è sicuramente un ottimo prodotto, così come in quanto a precisione della rilevazione dei passi e del sonno e in quanto a software abbinato. Dove pecca è nell’impossibilità di rilevare attivamente il battito cardiaco come fanno molti prodotti nella stessa fascia di prezzo, ma rispetto a questi offre una durata della batteria spesso molto maggiore. Insomma, ci sono sia aspetti positivi che aspetti negativi, che lo rendono un prodotto consigliabile se volete semplicità, comfort, eleganza e una buona precisione ma non pretendete il massimo. In quest’ultimo caso fareste meglio ad orientarvi su altri prodotti, consci però dei compromessi cui questi dovranno comunque scendere.

Jawbone UP3 è acquistabile su Amazon.it a circa 150€.