Dopo l’arrivo in Italia di Veo 3 nell’app Gemini e poi su Vertex AI, ora Google ha annunciato un importante aggiornamento per la sua tecnologia di generazione video basata su intelligenza artificiale. Da oggi, infatti, i modelli Veo 3 e Veo 3 Fast diventano ufficialmente disponibili per tutti gli sviluppatori, con nuove funzionalità, maggiore qualità e prezzi più bassi.

L’obiettivo è quello di rendere più semplice e conveniente creare video realistici e creativi con l’AI anche per vincere la concorrenza con gli altri strumenti di OpenAI, Runway e Pika. Rispetto a molti di questi strumenti, ancora in fase di test, Veo 3 e Veo 3 Fast sono soluzioni già pronte per essere usate su larga scala, unendo qualità, velocità e semplicità d’uso anche per chi si affaccia per la prima volta a questo tipo di tecnologia.

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Tutte le novità di Veo 3 e Veo 3 Fast

La prima novità riguarda proprio il costo. Generare un video con Veo 3 oggi costa quasi la metà rispetto al passato. Il prezzo è stato ridotto da 0,75 dollari a 0,40 dollari al secondo (circa 0,37€). Ancora più economico è Veo 3 Fast, pensato per produzioni più rapide, che scende da 0,40 dollari a 0,15 dollari al secondo (circa 0,14€).

Se da una parte Google riduce i costi, dall’altra aumenta le possibilità di creazione. Ora è possibile generare video in formato verticale, quello tipico delle storie di Instagram, dei reel o dei video su TikTok. Basta scegliere il formato 9:16 e i video saranno pronti per la pubblicazione su tutte le piattaforme mobile. In più, arriva anche il supporto al Full HD, con video in risoluzione 1080p, per ottenere un risultato ancora più nitido e professionale.

Per mostrare cosa si può fare con questi strumenti, Google ha realizzato una demo interattiva chiamata MediaSim, disponibile nello spazio Google AI Studio. Qui si può esplorare un ambiente in cui testi, immagini, video e audio vengono combinati in modo intelligente grazie alle funzioni multimodali di Gemini, il sistema AI che supporta anche Veo. L’integrazione con strumenti come tldraw, una lavagna digitale interattiva, dimostra come sia possibile creare esperienze multimediali complesse partendo da un semplice prompt.

Infine Google ha anche pubblicato un esempio di codice per aiutare gli sviluppatori a generare video in modo autonomo. Con poche righe di Python è possibile descrivere la scena desiderata, scegliere la qualità e il formato, e scaricare il video pronto all’uso. Tutti i contenuti creati vengono inoltre contrassegnati con una filigrana digitale invisibile, chiamata SynthID, che serve a identificare quando un video è stato generato da un’intelligenza artificiale.

Una soluzione interessante, e potenzialmente molto importante, anche nella prospettiva di distinguere i video reali da quelli generati dall’intelligenza artificiale, che rischiano di inquinare ulteriormente l’attendibilità delle informazioni disponibili online.