Sono sempre di più i produttori che rendono in qualche modo difficile la vita degli utenti che intendono sbloccare il bootloader dei propri smartphone. Tra questi c’è anche Xiaomi, che continua a consentire lo sblocco, ma rende l’operazione più “fastidiosa”, quasi a voler scoraggiare gli utenti.

Con la sola eccezione rappresentata dai tre dispositivi con Android One, cioè Xiaomi Mi A1, Xiaomi Mi A2 e Xiaomi Mi A2 Lite, non è possibile sbloccare il bootloader con il classico comando fastboot. È infatti necessario fare ricorso a un’applicazione apposita, disponibile solo per PC Windows, che include un ritardo iniziale, pensato per scoraggiare i rivenditori di terze parti.

Inizialmente il tempo di attesa era decisamente accettabile, solo tre giorni, e da qualche mese il tempo è salito a 15 giorni. Ora però le cose diventano davvero lunghe, visto che numerosi utenti segnalano un timer di 1440 ore, ben due mesi, prima di poter procedere allo sblocco.

Difficile capire se si tratti di un errore, anche se le segnalazioni in merito sono molteplici, o se Xiaomi abbia in qualche modo deciso di scoraggiare fortemente lo sblocco del bootloader. Tutto questo appare in contrasto con la politica adottata per POCOPHONE F1, per il quale è stato promesso un ottimo supporto alla comunità degli sviluppatori.

Xiaomi sembra dunque voler spingere gli appassionati di modding verso la gamma A, con Android One e sblocco semplicissimo, blindando in qualche modo le altre serie per tenere gli utenti legati all’interfaccia MIUI. Siete d’accordo con la corrente di pensiero che vede lo sblocco del bootloader sempre più complesso, o pensate che i produttori dovrebbero lasciare più libertà agli utenti? Il box dei commenti è a vostra disposizione.