Dal febbraio 2015, da quando cioè Samsung ha acquistato LoopPay per poco meno di 230 milioni di dollari, Samsung Pay ha generato perdite per 16,8 milioni di dollari. Si tratta di cifre negative che tengono conto anche dei costi iniziali, in quanto il servizio è riuscito a produrre poco più di 4 milioni di dollari di profitti dalle vendite effettuate.

Secondo Samsung si tratta di una cifra irrisoria se paragonata al valore aggiunto che viene fornito ai dispositivi che lo supportano, tra cui la gamma Galaxy S6, Note 5, alcuni modelli della linea Galaxy A e ovviamente i nuovi Galaxy S7 e Galaxy S7 Edge.

Dopo il debutto in Corea del Sud, dove ora funziona anche tramite eBay, ed il successivo sbarco negli Stati Uniti, dove supporta il 70% delle carte di credito e debito presenti sul mercato, Samsung Pay si appresta ad esordire in Cina, Regno Unito, Spagna, Australia, Singapore e Brasile, mentre in Russia arriverà insieme a Galaxy S7. Samsung Pay sta facendo segnare ottimi risultati soprattutto negli Stati Uniti dove la partenza è stata nettamente più rapida rispetto ad Apple Pay, e dove le carte con banda magnetica sono ancora prevalenti su quelle dotate di chip.

Samsung Pay dovrebbe essere in grado di portare un grosso guadagno indiretto, grazie alla raccolta dei dati degli utenti e al loro conseguente utilizzo per operazioni di marketing e miglioramento del servizio.

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